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Epilessia: in Italia ne soffrono 500.000 persone

In Italia sono 500.000 le persone che soffrono di epilessia. Ecco cosa spiega l’esperto.

Epilessia: in Italia ne soffrono 500.000 persone

L’epilessia è un disturbo neurologico caratterizzato dall’interruzione dell’attività delle cellule nervose del cervello, che può comportare la comparsa di convulsioni, anomalie comportamentali e la perdita di coscienza.

A soffrire di questa condizione sono 65 milioni di persone in tutto il mondo, mentre in Italia si registrano circa 500.000 casi di persone affette da questo disturbo. Ogni anno nella penisola si diagnosticano 36mila nuovi casi.

Purtroppo ancora oggi coloro che soffrono di epilessia sono vittime di stereotipi e pregiudizi radicati nel pensiero comune, e ciò rende problematica la vita sociale, soprattutto per quanto riguarda i bambini.

Secondo Giuseppe Zaccaria, presidente dell’Associazione Fuori dall’Ombra Insieme per l’Epilessia, una delle cause di tali pregiudizi è da ricercare nella mancanza di preparazione di insegnanti ed operatori scolastici, che spesso hanno paura della possibilità che alcuni studenti possano soffrire di crisi epilettiche durante le lezioni, e si dimostrano impreparati nell’affrontare la situazione.

Epilessia e discriminazione: un problema per adulti e bambini

Questo ed altri problemi creano un ambiente negativo per i bambini, ed è per questa ragione che spesso le famiglie tendono a omettere e nascondere la malattia, per evitare che il loro bambino possa essere vittima di discriminazione, con un conseguente maggior rischio per la salute del piccolo.

Si deve diffondere una cultura adeguata per evitare il rischio che la persona taccia sul proprio stato

afferma Zaccaria, sottolineando che anche per gli adulti con l’epilessia vi sono diversi ostacoli da affrontare, a cominciare da quelli che si presentano nel mondo del lavoro. Anche in questo caso infatti si rischia di cadere in un circuito negativo in cui si teme di non ottenere il lavoro nel caso in cui si comunichi della malattia, o di ricevere trattamenti diversi, riducendo così a sua volta le possibilità di integrazione, con conseguenze psicologiche significative.

Nonostante ancora oggi convivere con l’epilessia dal punto di vista sociale e lavorativo risulti ad alcuni difficile, abbiamo buone notizie sul fronte della ricerca scientifica. Sembrerebbe infatti che una nuova ed innovativa terapia anti-neuroinfiammatoria potrebbe ritardare la comparsa delle crisi epilettiche, supportando l’azione della tradizionale terapia farmacologica e portando probabilmente a una riduzione del dosaggio dei farmaci antiepilettici.

via | Ansa
Foto da Pixabay

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