Benessereblog Salute Terapie e Cure Esiste un’alimentazione anticancro? Il parere dell’esperto a SANIT 2014

Esiste un’alimentazione anticancro? Il parere dell’esperto a SANIT 2014

Il forum internazionale sull'alimentazione è stato occasione anche per parlare dell'associazione tra cibi e tumori. Ecco cosa abbiamo scoperto dalle parole di un medico esperto del settore

Esiste un’alimentazione anticancro? Il parere dell’esperto a SANIT 2014

L’argomento è più attuale che mai: esiste un’alimentazione anticancro? Storie recentemente portate sotto le luci della ribalta dai media hanno acceso il dibattito sul tema, dividendo l’opinione pubblica tra chi si fida solo delle terapie proposte dalla medicina convenzionale, chi sarebbe addirittura disposto ad abbandonarle e affrontare la malattia armati solo di uno stile di vita salutare e chi, invece, cerca di integrare le diverse soluzioni proposte. L’azione diretta sull’alimentazione è solo una di queste soluzioni complementari. Ne abbiamo sentito parlare anche in occasione di SANIT 2014, il forum internazionale sulla salute in corso in questi giorni nella capitale, dove a concentrare l’attenzione sull’argomento è stato Paolo Giordo, medico che esercita nell’ambito delle medicine non convenzionali invitato a parlare di alimentazione anticancro durante gli incontri informativi organizzati nella prima giornata dell’evento.

Il cancro, ha sottolineato Giordo, non è una malattia semplice: non ha alle sue basi un solo elemento proveniente dall’esterno, ma un processo multifattoriale derivante dalla rottura a vari livelli dell’equilibrio interno a un individuo geneticamente predisposto a svilupparlo. Nonostante questa complessità e nonostante quello che si potrebbe pensare, è possibile fare molto per contrastarne la comparsa. Il primo passo può essere mosso proprio in campo alimentare.

Secondo Giordo l’alimentazione può essere utile ad ogni livello dello sviluppo di un tumore, dall’iniziazione – quando alcune cellule iniziano a proliferare oltre la loro possibilità fisiologica, indiscriminatamente, senza più una finalità biologica – alla progressione – quando va avanti la proliferazione incontrollata – fino all’angiogenesi – quando vengono prodotti vasi sanguigni che alimentano la massa tumorale.

La stessa Organizzazione Mondiale della sanità afferma che oltre l’80% delle patologie tumorali potrebbero essere prevenute con cambiamenti delle abitudini alimentari, dello stile di vita in generale

ha spiegato il medico, sottolineando però che spesso si compie un errore: considerare i singoli nutrienti, mentre sono le abitudini alimentari guardate nel loro insieme a fare la vera differenza.

I pericoli nascosti nel cibo

Quando si pensa alla qualità del cibo i primi nemici che possono saltare alla mente sono sostanze come gli additivi alimentari (conservanti, antiossidanti, coloranti, addensanti, edulcoranti, esaltatori di sapidità e così via dicendo), che oltre a poter agire come iniziatori del cancro possono contribuire anche alla sua progressione. In realtà anche in cosiddetti macronutrienti (carboidrati, proteine e grassi), indispensabili per l’organismo, possono nascondere dei pericoli.

Un’alimentazione ricca di carboidrati raffinati, povera delle fibre che rallentino l’assorbimento degli zuccheri, sottopone il pancreas a sforzi continui durante la giornata per produrre insulina. Il risultato è che le cellule diventano più pigre, usano meno l’insulina e la glicemia rimane più alta. Ciò porta a una situazione paradossale in cui il pancreas produce ancora più insulina e in circolo ci sono più glucosio e più insulina. Ciò porta a quella proliferazione cellulare che rappresenta consente al tumore di svilupparsi e accrescersi.

Le proteine introdotte con l’alimentazione, sia se di origine animale che se di origine vegetale, vengono invece scomposte in aminoacidi. Tuttavia, quelle di origine animale possono contribuire all’iniziazione dei piccoli foci tumorali che creano i presupposti per lo sviluppo di una massa tumorale. Ciò, ha spiegato Giordo, impone di fare una distinzione tra “proteine buone” e “proteine meno buone per il nostro organismo”.

Infine, i lipidi. Anche in questo caso è necessario distinguere molecole buone e molecole cattive: mentre gli acidi grassi omega 3 sono fondamentali per l’equilibrio immunitario (e non solo) e svolgono un’azione antinfiammatoria, gli acidi grassi omega 6 (abbondanti nell’alimentazione moderna) esercitano un’azione pro infiammatoria. L’aumento degli omega 6 in rapporto agli omega 3 si traduce in un aumento dei fattori pro infiammatori e nell’instaurazione di processi infiammatori cronici che contribuiscono allo sviluppo del cancro.

I micronutrienti, invece, non favoriscono l’insorgenza del cancro, ma la contrastano. Molte vitamine, come la A, la C e la D, hanno una funzione antiossidante e anticancro. Anche alcuni minerali, come lo zinco, il selenio e, nel caso degli uomini, il magnesio, aiutano a prevenire la comparsa del cancro.

La terapia attraverso il nutrimento

alimentazione cancro

Agendo su tutti questi fattori è possibile fare dell’alimentazione una trofoterapia, cioè una terapia attraverso il nutrimento.

Con un’alimentazione equilibrata

ha spiegato Giordo

possiamo contrastare tutto ciò è la degenerazione cellulare che contribuisce alla comparsa dei tumori.

L’alimentazione anticancro dovrebbe rispettare l’equilibrio acido-base, perché l’acidificazione porta infiammazione e restringimento dei capillari, cioè minore nutrizione e ossigenazione dei tessuti. Inoltre dovrebbe contrastare lo stress ossidativo, perché un eccesso di radicali liberi danneggia le strutture cellulari, DNA incluso. Infine, dovrebbe garantire il giusto apporto di macro e micronutrienti. L’esperto ha sottolineato come da questo punto di vista la qualità nutrizionale degli alimenti è diminuita nel tempo, soprattutto nel caso degli alimenti di origine vegetale. Micro e macronutrienti sono però fondamentali per equilibrio biologico dell’organismo, tanto che il loro disequilibrio è associato all’aumento delle malattie croniche, delle allergie e delle malattie autoimmuni.

Ma non finisce qui. Alcuni alimenti possono essere considerati intrinsecamente benefici. Si tratta delle brassicacee (come cavoli e broccoli, fonti di isotiocianato, diotioltioni e indolo-3-carbinolo), delle liliacee (come aglio, cipolla e porri, ricchi di allicina e polifenoli), di alcune ericacee e rosacee (come lampone, mirtillo, fragola e ribes, che contengono acido ellagico, acido clorogenico, antocianidine e proantocianidine), delle rutacee (come arance e limoni, con i loro polifenoli, flavonoidi e D-limonene), dei cereali integrali (come riso, frumento, orzo, farro, miglio, fonti di fibre, arabinosio e xilosio) e dei legumi (come soia, fagioli, ceci e piselli, ricchi di isoflavoni, genisteina, daidzeina, quercetina, tripsina e chimotripsina).

Altri alimenti possono essere usati a scopo terapeutico. Aloe, curcuma, funghi medicinali, tè verde, laetrile, vischio, non sono in genere utilizzati quotidianamente, ma contengono sostanze ad attività antitumorale e possono essere introdotti ad integrazione di un’alimentazione corretta.

Come ha però sottolineato Giordo, non bisogna mai dimenticare che

il valore del tutto è ben superiore a quello delle parti.

Anche quando si ha a che fare con il cancro non è quindi possibile pensare di fare affidamento su uno o pochi alimenti miracolosi: l’aiuto vero arriva da un’alimentazione curata in ogni suo aspetto.

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