Essere tristi aguzza l’ingegno e aiuta ad affrontare le difficoltà
Secondo l’Università australiana del New South Wales i pessimisti, quelli di cattivo umore e quelli sempre tristi hanno buone possibilità di potenziare l’ingegno e allenare la memoria. Questo perché i tristi ed i pessimisti, essendo meno creduloni, analizzano meglio la triste realtà e sviluppano maggiori capacità critiche.Lo studio dimostra che chi è di cattivo umore […]
Secondo l’Università australiana del New South Wales i pessimisti, quelli di cattivo umore e quelli sempre tristi hanno buone possibilità di potenziare l’ingegno e allenare la memoria. Questo perché i tristi ed i pessimisti, essendo meno creduloni, analizzano meglio la triste realtà e sviluppano maggiori capacità critiche.
Lo studio dimostra che chi è di cattivo umore riesce ad affrontare meglio la quotidianità, valutando con più oggettività eventi e situazioni. Secondo i ricercatori però, chi è di umore nero, ha meno creatività rispetto agli ottimisti ed è vittima di un pensiero lucido e logico nell’elaborazione delle informazioni.
I soggetti tristi hanno più facilità a ricordare, sono più scettici rispetto agli allegri, ma sono anche più abili nel comunicare, spiegando con logica e lucidità e sono meno inclini a lasciarsi condizionare dai pregiudizi.
Quelli tristi, della scuola che “è meglio aspettarsi il peggio che se arriva forse sono preparato, se no posso gioire”, per una volta sorridano: sembra proprio che la linea di pensiero sia quella giusta, perché aiuta ad affrontare la vita e le giornate difficili.
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