Farmaci equivalenti, brevetti in scadenza per il 25%
Sono sempre più venduti i farmaci generici, che dominano i consumi soprattutto nel Nord Italia.
Sono sempre più numerosi i consumi di farmaci equivalenti ( 22% nei primi sei mesi del 2018), seguiti dai biosimilari (27,7%), utilizzati per la cura di malattie autoimmuni e tumori in modo sempre più mirato ed efficace. A mettere a fuoco le tendenze nei primi sei mesi del 2018 è il report diffuso in occasione dell’Assemblea pubblica di Assogenerici.
Che cosa sono gli equivalenti? Il nome è già abbastanza esplicito. Equivalgono a quelli di marca, ma costano meno e sono in grado di far risparmiare i cittadini e il Servizio Sanitario Nazionale. I generici hanno potuto contare su numerose immissioni in commercio a seguito delle scadenze brevettuali decorse nel 2017. Sono praticamente farmaci senza marca (non è scientificamente corretto, ma rende bene l’idea).
A consumare i generici sono soprattutto le regioni del Nord: qui ci sono il 36,5% delle confezioni vendute rispetto al 26,8% del Centro e 21,5% del Sud. In testa alla classifica la Provincia Autonoma di Trento, con il 42,5% sul totale delle unità dispensate SSN, fanalino di coda Calabria (19,5%) e Basilicata (19,8%). Ammonta infine a 561 milioni di euro la differenza di prezzo pagato dai cittadini per ottenere il branded a brevetto scaduto invece del generico: l’incidenza più alta è in Sicilia (58 milioni di euro).