Farmaco contro l’Alzheimer: il primo si dell’FDA dopo 20 anni di attesa
Farmaco contro l'Alzheimer: dopo 20 anni di attesa arriva la prima approvazione da parte dell'FDA americana per il farmaco Aduhelm
Dopo ben 20 anni, l’FDA approva finalmente un nuovo farmaco contro l’Alzheimer. La Food and Drugs Administration americana ha da poco dato il suo consenso all’utilizzo dell’Aduhelm per contrastare i meccanismi alla base della malattia. Sin dal lontano 2003 i pazienti e le loro famiglie erano in attesa di nuovi trattamenti contro l’Alzheimer, una malattia subdola e spaventosa, una patologia che ruba i ricordi e la vita di chi ne soffre.
In Italia, si stima che a soffrire di Alzheimer siano circa 500.000 persone. L’Organizzazione Mondiale della Sanità preannuncia che entro il 2050 le persone colpite nel mondo saranno più di 107 milioni.
Prima di approvare il nuovo farmaco contro l’Alzheimer, l’FDA ha tuttavia richiesto alla casa produttrice – la Biogen – di condurre ulteriori test clinici al fine di ottenere dei risultati più completi ed esaurienti. Ma vediamo quale sarà il meccanismo del farmaco anti Alzheimer.
Farmaci contro l’Alzheimer: come funzione l’Aduhelm?
L’Aduhelm – del quale vi avevamo parlato poco più di un anno fa – dovrebbe intervenire sui meccanismi fisiologici alla base dello sviluppo della malattia, vale a dire sulla formazione delle placche beta amiloidi nel cervello.
Secondo quando evidenziato dai primi test clinici, nei pazienti con sintomi iniziali di Alzheimer, questo trattamento avrebbe permesso di ridurre la formazione di tali placche. Il farmaco dovrebbe essere somministrato mensilmente, mediante delle iniezioni. Se assunto fasi iniziali della malattia, un simile trattamento potrebbe quindi rallentare il declino cognitivo. A detta della Food and Drugs Administration, i benefici di un simile intervento superano di gran lunga i potenziali rischi.
Per chi soffre di questa malattia e per i loro cari, quella avvenuta in questi giorni è una vera rivoluzione, un passo in avanti che potrebbe dare la speranza a milioni di persone. Purtroppo infatti, fino ad ora i soli trattamenti contro la sindrome di Alzheimer si limitavano a contenere i sintomi o a rallentarne la progressione.
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