Fase 2: ansia da post-lockdown per il 73% degli italiani
La maggior parte degli italiani è in ansia in vista della Fase 2 che determinerà un allentamento delle misure per il contenimento del contagio da coronavirus. Ecco cosa emerge da un nuovo sondaggio.
La maggior parte degli italiani è in ansia in vista della Fase 2 che corrisponderà a un primo allentamento delle misure per il contenimento del contagio da coronavirus. A renderlo noto è il nuovo sondaggio condotto da Eurodap (Associazione europea per il disturbo da attacchi di panico), al quale hanno preso parte 734 persone di entrambi i sessi. Secondo quanto emerso dal sondaggio, il 73% degli italiani pensa che sarà molto difficile riuscire a tornare alla solita quotidianità, mentre solo il 7% ha un atteggiamento positivo ed è certo che tutto tornerà alla normalità.
Infine, il 20% degli intervistati afferma che potrebbe avere delle difficoltà, ma di essere comunque fiducioso.
A provocare maggiore paura (nell’81% dei casi) sembra essere il contatto con le altre persone, con il connesso maggior rischio di contagio. Nonostante ciò, il 76% degli intervistati afferma che riprenderà i normali contatti sociali, continuando comunque a fare attenzione. Un pessimista (o probabilmente solo “realista”) 87% degli intervistati pensa però che nulla tornerà mai come prima.
Insomma, in linea generale possiamo affermare che fra gli italiani dilagano ansia e sfiducia. Del resto, si tratta di sentimenti più che comprensibili in questa particolare situazione. A commentare tali risultati è stata Eleonora Iacobelli, presidente Eurodap, che ad Adnkronos Salute spiega il motivo alla base delle nostre sensazioni:
Il nostro cervello impiega circa 21 giorni a modificare un’abitudine e dall’inizio del lockdown ne sono passati decisamente di più. Ciò vuol dire che la maggior parte degli italiani ha avuto modo di ‘abituarsi’ a una nuova modalità di gestire le proprie giornate, il proprio tempo e la quotidianità in generale. Se all’inizio non era raro assistere alla manifestazione di stati d’ansia e panico generati dal senso di oppressione e frustrazione dovuti alla chiusura, ad oggi non vanno sottovalutate le stesse manifestazioni sintomatiche riguardo alla riapertura, che, tra le altre cose, porta con sé anche una serie di paure ed incertezze.
In vista del 4 Maggio, l’esperta spiega dunque che potremmo manifestare problemi come stati d’ansia, attacchi di panico e persino sintomi di un disturbo post-traumatico da stress. A sperimentare tali disturbi potrebbero essere in particolar modo gli operatori sanitari, chi si è ammalato di Covid-19 o che ha perso qualcuno a causa della malattia.
Per ritrovare la calma e affrontare la fase 2 con maggiore serenità, potreste trovare supporto e aiuto grazie ai moltissimiAdnKronos
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