Fecondazione, la selezione degli embrioni non è sempre reato
Lo stabilisce una sentenza della Corte Costituzionale
In caso di fecondazione assistita la selezione degli embrioni finalizzata ad evitare la nascita di individui affetti da gravi malattie trasmissibili non è reato. A stabilirlo è la Corte Costituzionale, che in questo modo fa decadere il divieto assoluto di selezione degli embrioni.
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La decisione della Consulta boccia l’articolo della Legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita in cui selezione degli embrioni può essere considerata reato anche nei casi in cui abbia come unico obiettivo evitare l’impianto di embrioni affetti da gravi malattie genetiche trasmissibili.
La bocciatura è legata a una recente sentenza che ha dichiarato l’illegittimità della stessa Legge 40 nella parte in cui vietava il ricorso alla fecondazione assistita da parte di coppie fertili che volessero evitare di trasmettere ai loro figli malattie genetiche di cui sono portatrici.
” title=”L’articolo illegittimo”]
In particolare, la sentenza depositata dai giudici della Consulta lo scorso mercoledì stabilisce che la selezione degli embrioni non è reato in caso di presenza delle patologie che rispondono ai criteri di gravità specificati nella legge 194 sull’aborto.
La Corte Costituzionale ha invece confermato il divieto di distruzione degli embrioni che non verranno impiantati perché portatori di gravi malattie.
Anche con riguardo a detti embrioni
recita la sentenza
si prospetta, infatti, l’esigenza di tutelare la dignità dell’embrione, alla quale non può parimenti darsi, allo stato, altra risposta che quella della procedura di crioconservazione. L’embrione, infatti, quale che ne sia il, più o meno ampio, riconoscibile grado di soggettività correlato alla genesi della vita, non è certamente riducibile a mero materiale biologico.
Via | Corte Costituzionale