Cos’è la flebotrombosi: i sintomi e le cure
La flebotrombosi è una patologia dovuta ad un trombo nel sangue le cui conseguenze possono essere preoccupanti: scopri sintomi, cure e come prevenirla.
La flebotrombosi è una trombosi venosa senza segni di infiammazione dalla quale spesso si originano emboli. Essa si manifesta sotto forma di trombo (alias coagulo) all’interno di una vena. Sapere quali sono i sintomi, le cause che la determinano e le cure per trattarla può risultare utile per fronteggiare consapevolmente tale complicanza che, come avrai intuito, rientra tra i disturbi venosi più comuni. Prima di addentrarci nell’argomento è bene chiarire come, nonostante la flebotrombosi interessi generalmente gli arti inferiori – e quindi gamba o polpaccio -, non sia rara da riscontrare in quelli superiori.
Cos’è la flebotrombosi
Flebotrombosi e tromboflebite
Molti si chiedono quale sia la differenza tra flebotrombosi e tromboflebite. Quest’ultima viene definita tale quando il problema interessa le vene superficiali. Se la presenza di trombi nelle vene poste più in profondità può causare il rischio di emboli, è raro che una tromboflebite superficiale possa dare luogo a tali complicazioni. Ciò in quanto questi tipi di coaguli di sangue di solito non viaggiano verso i polmoni rimanendo nel sistema venoso superficiale. La flebotrombosi coinvolge più spesso le vene profonde delle gambe: è la più comune forma di trombosi diagnosticata.
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Le cause della flebotrombosi
Le cause delle flebotrombosi possono essere diverse, tante quante solo le cause che stanno dietro la formazione del coagulo di sangue (embolo, trombo e coagulo non sono la stessa cosa). E questo, come ben sappiamo, può essere dovuto a svariate circostanze. Innanzitutto, al fatto che il sangue non fluisca nelle vene così come dovrebbe. Ciò può avvenire a seguito di:
- Un lungo periodo di riposo a letto (ad esempio per una malattia o per degenza dopo intervento chirurgico)
- Stare seduti a lungo (come avviene quando si è in viaggio in aereo o anche semplicemente in auto)
- Vene varicose. Queste causano un allungamento eccessivo dei vasi sanguigni che crea le condizioni ideali per la formazione di accumuli di sangue.
Altre cause di flebotrombosi includono traumi, interventi chirurgici, una condizione ereditaria (genetica) che aumenta il rischio di coaguli di sangue, il cancro e alcuni suoi trattamenti, la gravidanza e le prime 6 settimane dopo il parto, l’età, il sovrappeso.
Anche la Sindrome da anticorpi antifosfolipidi può provocare trombosi arteriosa o venosa.
Flebotrombosi, i sintomi
Nella maggior parte dei casi, la flebotrombosi della gamba si verifica nella parte inferiore dell’arto (sintomi della trombosi alla gamba), sebbene possa manifestarsi anche in altre parti del corpo tra cui coscia o bacino, braccia, intestino, fegato, reni, persino cervello. Trattandosi di una trombosi venosa profonda, inizialmente può anche essere asintomatica (scopri invece i sintomi della trombosi agli occhi e della trombosi emorroidaria). La situazione può cambiare quando l’ostruzione delle vene si aggrava. I primi segnali ed i sintomi della trombosi venosa profonda ad uno degli arti includono:
- Gonfiore della gamba o del braccio
- Dolore o indolenzimento alla gamba o al braccio
- Dolore o calore che l’area della gamba o del braccio gonfi emanano
- Pelle arrossata o scolorita
- Vene vicino alla superficie della pelle più grandi del normale
Quando è interessata una vena profonda della gamba, la gamba può diventare gonfia, tenera e dolente.
Diagnosi della flebotrombosi
Diagnosticare la flebotrombosi spetta al medico il quale si occuperà di visitarti cercando, inizialmente, le vene colpite vicino alla superficie della pelle, e di effettuare tutti gli esami del caso. La diagnosi di TVP viene stabilita sulla base della probabilità clinica, dei valori ematici di D-dimero e dell’esecuzione di un ecocolordoppler venoso degli arti inferiori. La prima si basa sull’applicazione del punteggio di Wells, che serve per definire la previsione clinica. Il D-dimero, invece, è un prodotto di degradazione della fibrina. La misurazione dei suoi valori nel sangue aiuta a verificare meccanismi di coagulazione alterati. L’ecocolor doppler, infine, è un esame strumentale. Si tratta della prima scelta nella diagnosi di TVP.
L’ecodoppler venoso è la metodica di riferimento per la diagnosi della trombosi venosa superficiale e profonda. Si basa sull’unione di ecografia (che permette di vedere i vasi venosi del nostro organismo) e doppler (che, invece, permette di studiare i flussi del sangue che scorrono nelle vene oggetto dell’esame).
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Flebotrombosi, qual è la terapia
Diversi sono i possibili trattamenti per la flebotrombosi. Le trombosi delle vene profonde richiedono un approccio terapeutico piuttosto urgente. Questo viene stabilito sulla base della valutazione di parametri quali la localizzazione e l’estensione del trombo, eventuali complicazioni, compresenza di altre malattie nel paziente. Nei casi meno gravi è possibile ricorrere alle cure ambulatoriali, in quelli più preoccupanti, al ricovero ospedaliero.
La somministrazione di farmaci più aggressivi (trombolitici) è riservata ai casi più gravi e non può essere eseguita in ambiente domiciliare. L’evoluzione della TVP viene monitorata con esame ecodoppler e, solo nei casi più gravi, può esser necessario eseguire esami più approfonditi quali una TC.
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Le cure per la flebotrombosi
Tra le cure più comuni si annoverano:
- Bendaggio elastocompressivo, ovvero la compressione dell’arto affetto con bendaggi o calze elastiche forti che aiutano a prevenire il gonfiore e a ridurre le possibilità di complicanze della TVP.
- Farmaci per fluidificare il sangue. In caso di trombosi venosa profonda, in genere si richiede la somministrazione di un farmaco che fluidifichi il sangue. Tra i più comuni c’è l’eparina a basso peso molecolare.
- Farmaci per sciogliere i coaguli. La somministrazione di farmaci trombolitici è riservata ai casi più gravi in quanto, se è vero che possono risultare più efficaci rispetto ai soli anticoagulanti in determinati pazienti, vi è un più alto rischio di sanguinamento rispetto alla sola eparina.
- Filtro vena cava. Il filtro cavale inferiore può aiutare a prevenire l’embolia polmonare nei pazienti con una trombosi venosa profonda degli arti inferiori che non possono assumere anticoagulanti (o nonostante l’adeguata anticoagulazione). Il filtro viene collocato nella vena principale dell’addome (la vena cava, appunto) per evitare che i coaguli che si staccano nelle vene delle gambe si depositino nei polmoni. Alcuni filtri cavali inferiori sono rimovibili e possono essere usati temporaneamente. In ogni caso, in genere il filtro viene rimosso quando non è più necessario.
- Rimozione delle vene varicose. Il medico può rimuovere chirurgicamente le vene varicose che causano dolore o tromboflebiti ricorrenti. La procedura prevede la rimozione di una vena lunga attraverso piccole incisioni. La rimozione di questa non influisce sul flusso sanguigno nella gamba.
- Chirurgia. Il ricorso alla chirurgia è raramente necessario.
Prevenzione della flebotrombosi
Se una cosa è certa, è che è preferibile, e nettamente più sicuro per la salute, prevenire la flebotrombosi piuttosto che curarla. Per questo motivo, tra i metodi di prevenzione più consigliati ci sono quelli che riguardano alcuni dei fattori che possono incidere sulla patologia, ovvero fumo e sovrappeso. Scopri anche gli altri fattori di rischio per la trombosi con la triade di Virchow.
Inoltre sono utili nel combatterne l’insorgenza:
- La prevenzione dell’immobilità
- L’uso di anticoagulanti
- La compressione pneumatica intermittente
I filtri della vena cava non prevengono la TVP, ma sono utili nella prevenzione dell’embolia polmonare.
Conclusioni
Trombosi, flebite, tromboflebiti, flebotrombosi. Facciamo il quadro della situazione: la flebotrombosi è dovuta alla formazione di un coagulo di sangue – e del blocco di una o più vene – generalmente nelle gambe. La vena interessata si trova in profondità, spesso all’interno di un muscolo. Le cause includono inattività prolungata, traumi o interventi chirurgici. Solitamente viene trattata con farmaci che fluidificano il sangue o con adeguati bendaggi o calze elastiche. Può essere prevenuta combattendo la lunga inattività, il fumo ed il sovrappeso.
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