Giornata contro la violenza sugli operatori sanitari: il 50% subisce aggressioni durante la carriera

La situazione del Servizio Sanitario Nazionale in Italia continua a destare preoccupazione, con il 52,2% dei cittadini che riporta esperienze negative presso i Pronto Soccorso, dovute principalmente a lunghe liste d’attesa e mancanza di informazioni. Inoltre, il 66,4% degli intervistati segnala una carenza di personale. Questi fattori sono identificati come le principali cause della violenza subita da medici, infermieri e altri operatori sanitari, come evidenziato nel III Rapporto “Centralità del medico e qualità del rapporto con i pazienti per una buona sanità”, redatto dalla Federazione Nazionale dei Medici e degli Odontoiatri (Fnomceo) in collaborazione con il Censis. Il rapporto è stato presentato in vista della Giornata Nazionale contro la Violenza sugli Operatori Sanitari e Socio-Sanitari, che si celebra il 12 marzo a Foggia. La ricerca si basa su dati provenienti da fonti istituzionali e su interviste condotte su un campione rappresentativo di 1.000 cittadini maggiorenni e 500 medici.

Il divario tra aspettative e realtà

L’analisi dei dati mette in luce un significativo divario tra le aspettative dei cittadini e le esperienze reali vissute all’interno del Servizio Sanitario. Questo scollamento genera tensioni nel rapporto tra medici e pazienti, compromettendo la qualità delle cure. I cittadini, infatti, si aspettano un servizio efficiente e reattivo, ma spesso si trovano di fronte a un sistema in difficoltà, con risorse limitate e personale insufficiente. La percezione di un servizio sanitario in crisi non solo influisce sulla fiducia dei pazienti, ma alimenta anche un clima di frustrazione e aggressività nei confronti degli operatori sanitari, che si trovano a gestire situazioni di stress e disagio.

Il ruolo delle donne nel personale sanitario

Un aspetto rilevante emerso dal rapporto è il coinvolgimento delle donne nelle aggressioni subite dagli operatori sanitari. Secondo la presidente della Federazione Nazionale degli Ordini della Professione Ostetrica (Fnopo), Silvia Vaccari, in un caso su sette le aggressioni riguardano professioniste donne. Questo dato evidenzia la vulnerabilità delle ostetriche, una categoria prevalentemente femminile, in un contesto già segnato da difficoltà e tensioni. La Giornata Nazionale di Educazione e Prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari, che si celebra ogni anno il 12 marzo, rappresenta un’importante occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’argomento e promuovere il rispetto verso questi professionisti.

Gli infermieri tra le categorie più colpite

Un’altra categoria particolarmente colpita dalla violenza è quella degli infermieri. La Federazione Nazionale Ordini delle Professioni Infermieristiche ha comunicato che, nonostante siano stati fatti progressi nella prevenzione delle aggressioni, il fenomeno continua a persistere, soprattutto nei confronti delle donne. Le aggressioni sono spesso il risultato di un clima di insoddisfazione e disagio, causato dalla carenza di personale e dalla difficoltà di rispondere adeguatamente alle esigenze dei pazienti. È fondamentale, secondo la FNOPI, avviare percorsi di sensibilizzazione per educare i cittadini a un utilizzo corretto delle strutture sanitarie e a un rispetto reciproco.

Messaggi di sensibilizzazione e cambiamento

In occasione della Giornata Nazionale contro la violenza sugli operatori sanitari, l’Anaao Assomed ha lanciato un messaggio diretto ai cittadini, invitandoli a prendersi cura degli operatori sanitari. Con lo slogan “Anche tu puoi prenderti cura di me. #Bastaggressioni”, l’associazione intende promuovere un cambiamento culturale che favorisca il rispetto e la comprensione reciproca. I volantini informativi saranno distribuiti negli ospedali per raggiungere direttamente i pazienti e sensibilizzarli sui temi della violenza e del rispetto.

Un nuovo patto di fiducia necessario

La Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere (Fiaso) ha sottolineato l’importanza di ricostruire un rapporto di fiducia tra cittadini e Servizio Sanitario Nazionale. Durante l’evento “Curiamo la fiducia tra cittadini e Servizio Sanitario Nazionale” tenutosi a Pisa, è emerso che l’inasprimento delle pene per chi aggredisce il personale sanitario è un passo importante, ma non sufficiente per affrontare il problema. È necessario migliorare gli ambienti di lavoro, fornire una formazione adeguata agli operatori e monitorare costantemente il fenomeno delle aggressioni. Un cambiamento nella narrazione del Servizio Sanitario può contribuire a ridurre la sfiducia e a promuovere una cultura di rispetto e collaborazione.

La violenza nei servizi di emergenza

Un dato allarmante riguarda gli operatori dei servizi di emergenza, dove il 98% ha subito forme di violenza durante il lavoro. Questa situazione compromette non solo la qualità delle cure, ma anche la capacità di ascolto e di empatia nei confronti dei pazienti. L’indagine presentata a Pisa, dedicata alla psichiatra Barbara Capovani, vittima di violenza, mette in luce la gravità del problema e la necessità di interventi mirati. La Giornata Nazionale di Educazione e Prevenzione Contro la Violenza sugli operatori sanitari e socio-sanitari rappresenta un’importante occasione per riflettere su queste tematiche e per lavorare insieme verso un sistema sanitario più sicuro e rispettoso.

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Serafino Serluti