Gli integratori di vitamine non funzionano? E’ colpa di studi inadeguati
Le analisi condotte fino ad oggi non sono sufficienti a pronunciare il verdetto definitivo. Parola di esperti
Gli italiani sono forti consumatori di integratori alimentari, ma quali sono le prove della loro efficacia? Il dibattito sul tema è tutt’altro che chiuso e oggi un nuovo articolo apparso sulla rivista Nutrients offre nuovi spunti di riflessione. I suoi autori, esperti del Linus Pauling Institute dell’Oregon State University (Corvallis, Usa), si sono concentrati sul caso degli integratori di vitamine, giungendo alla conclusione che molti degli studi condotti fino ad oggi si sono basati su metodologie difettose che non hanno permesso di valutare correttamente l’efficacia reale dell’assunzione di questi micronutrienti tramite supplementi alimentari.
Uno dei problemi più ovvi è che la maggior parte dei grandi studi clinici sulle vitamine sono stati effettuati su partecipanti come medici e infermieri che sono istruiti, informati e capaci di scegliere cibo salutare e che hanno standard alimentari migliori rispetto alla popolazione generale
spiega Balz Frei, coautore della pubblicazione, sottolineando invece che in una popolazione come quella statunitense il 90% degli adulti non assume, ad esempio, le dosi raccomandate di vitamina D e di vitamina E, mentre più del 40% non assume abbastanza vitamina C e la metà non raggiunge le dosi raccomandate di vitamina A, calcio e magnesio. Non solo, alcune categorie di persone, come i fumatori, gli anziani, gli obesi e chi è malato o ferito, hanno un fabbisogno più elevato di vitamine e minerali.
Altra grande limitazione di questi studi starebbe nel non tenere conto di come le vitamine si possano comportare in modo diverso nel corpo umano piuttosto che in una coltura cellulare o in un modello animale. Alexander Michels, collega di Frei e coautore dell’articolo, porta ad esempio il caso degli studi condotti per verificare l’efficacia della somministrazione di vitamina C.
Negli esperimenti sulle colture cellulari che sono in genere condotti in un ambiente ricco di ossigeno, la vitamina C è instabile e può addirittura risultare dannosa. E quasi tutti gli animali al mondo, a differenza dell’uomo, sono in grado di sintetizzare la vitamina C senza aver bisogno di introdurla con l’alimentazione. Ciò rende difficile condurre qualsiasi test sugli animali da laboratorio che sia significativo per gli esseri umani.
Non tutti gli studi condotti fino ad oggi hanno però bocciato gli integratori di vitamine. Come ricorda lo stesso Frei, il più ampio e più lungo studio sugli integratori multivitaminici e minerali ha rilevato una riduzione dell’incidenza del cancro e della cataratta negli uomini di età superiore ai 50 anni.
La riduzione dell’incidenza del cancro si aggiungerebbe alla buona salute di base ottenuta supportando le normali funzioni dell’organismo, il metabolismo e la crescita
spiega l’esperto.
Se c’è un qualsiasi farmaco che può fare tutte queste cose, non sarebbe etico negarlo alla popolazione. Ma la stessa cosa vale per le raccomandazioni contro gli integratori multivitaminici e di minerali.
L’ultima parola, insomma, deve ancora essere detta e per il momento sconsigliare l’assunzione di integratori di vitamine potrebbe essere sbagliato tanto quanto sostenere che sono la soluzione ad ogni male.
Via | Oregon State University
Foto | da Flickr di Clean Wal-Mart