Glioblastoma: quale terapia permette la guarigione?
Qual è la terapia migliore in caso di glioblastoma? Ecco cosa consigliano gli esperti.
Il glioblastoma è una delle neoplasie più aggressive a carico del sistema nervoso centrale: grazie ai nuovi trattamenti abbinati negli ultimi anni, la sopravvivenza è aumentata, passando negli ultimi tre anni dal 10 per cento con la sola radioterapia al 40 per cento con le nuove terapie, a due anni dalla diagnosi.
Come riportato da Alba Brandes, direttore dell’Unita’ operativa complessa di Oncologia dell’ospedale Bellaria-Maggiore di Bologna, il trattamento cardine per il glioblastoma è composto da una terapia integrata di radioterapia e chemioterapia: dopo un primo momento in cui si eseguono i due trattamenti, seguono cicli mensili di chemioterapia.
Dopo questo trattamento, come verificato da uno studio condotto qualche anno fa, si possono verificare dei quadri che simulano delle ricrescite di malattia, che non sono delle vere e proprie recidive. In passato si tendeva a interrompere la terapia, mentre oggi con questa scoperta si può continuare, aumentando l’aspettativa di vita dei pazienti affetti.
Proprio l’anno scorso, poi, dagli Stati Uniti è arrivata una nuova terapia, personalizzata e sperimentata da un ricercatore italiano, Antonio Iavarone, presso il Medical Center della Columbia University di New York. Si tratta di un farmaco che colpisce una proteina che nasce dalla fusione dei geni Fgfr e Tacc presente nel 3% dei pazienti affetti.
Il farmaco è ancora in fase di sperimentazione, ma le premesse ci sono tutte per sperare in un nuovo e più efficace trattamento contro il glioblastoma.
Via | Fondazione Veronesi
