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Globuli bianchi alti, cosa vuol dire e quando preoccuparsi

Cosa sono i globuli bianchi e quando preoccuparsi se il numero aumenta

Globuli bianchi alti, cosa vuol dire e quando preoccuparsi

La leucocitosi è il termine scientifico per definire i l’alto numero di globuli bianchi nel sangue rispetto ai valori normali, che di solito si aggirano intorno ai 4-10mila. L’aumento del numero dei leucociti indica di solito che il corpo sta reagendo ad un’infiammazione in corso: è frequente osservare i globuli bianchi alti in presenza di influenze, raffreddamenti, anemie ed emorragie di varie entità.

Esistono tre tipi di globuli bianchi, suddivisi in sottogruppi, ognuno con una funzione difensiva e, in caso di aumento, ognuno spia di malattie differenti in corso:

  • granulociti (suddivisi in neutrofili, eosinofili, basofili): sono prodotti dalle staminali del midollo osseo e indicano solitamente le infezioni più comuni
  • monociti: sono prodotti dal midollo osseo e funzionano come degli “spazzini” del sangue e dei tessuti dove è necessario il loro intervento di pulizia.
  • linfociti (suddivisi in linfociti K, linfociti B e linfociti NK): i principali difensori del sistema immunitario, sono prodotti dalla linea mieloide del midollo.

L’aumento del numero dei leucociti rileva un’infezione ma non indica precisamente di quale patologia possa essere la spia. In generale non c’è da preoccuparsi: uno stadio influenzale o un abbassamento delle difese immunitarie causano l’aumento dei globuli bianchi, che possono arrivare fino a 30-40mila. Basta ripetere le analisi dopo poco tempo, visto che anche un raffreddore può modificare il numero di globuli bianchi, e verificare che il numero sia rientrato nella norma.

In caso nella ripetizione delle analisi venga rilevata nuovamente una conta anomala, specialmente se supera le 100-150mila unità , bisogna procedere con degli approfondimenti al fine di riconoscere quale gruppo di globuli bianchi sia interessato dall’infezione, al fine di escludere patologie gravi quali tumori, leucemie e linfomi.

Via | Medicina360, Corriere
Foto | Flickr

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