I rimedi della nonna? Scientificamente discutibili
Scienza versus nonna= uno pari.
Ah, i rimedi della nonna… e chi non ricorda il classico brodo di pollo che “ti farà stare subito meglio”. Era talmente tanta la fiducia riposta in quell’intruglio caldo che finiva che ti convincevi di stare meglio perché è così che andava dai secoli dei secoli. E in effetti questo ed altri rimedi naturali contro i sintomi dell’influenza si basano, più che sull’evidenza scientifica, sull’esperienza diretta di decine di generazioni che si tramandano le panacee di quasi tutti i mali.
Oggi la scienza non può che limitarsi a confermare o confutare gli effetti di questo o quel rimedio naturale ed a spiegarci perché funzionano o non funzionano (per i più curiosi). Prendiamo proprio il classico brodo di pollo ad esempio. Secondo uno studio condotto dal Dr. Stephen Rennard dello University of Nebraska Medical Center, le zuppe fumanti sono di grande aiuto contro i sintomi influenzali perché ci aiutano a mantenerci idratati ed a sconfiggere le sindromi virali. Inoltre, contrastano la congestione nasale e ci fanno respirare meglio. Proprietà confermate anche da una ricerca condotta dal Cardiff University’s Common Cold Centre che in generale consiglia di ricorrere a bevande calde, non necessariamente il brodo, per placare i sintomi dell’influenza.
E ancora: il brodo ha delle proprietà anti-infiammatorie che combattono gli effetti collaterali dell’influenza. C’è di più: uno studio condotto dall’Università della California ha scoperto che l’amminoacido cisteina è un sottoprodotto del brodo di pollo. Le sue proprietà sono molto simili a quelle dell’acetilcisteina, un farmaco prescritto a chi è affetto da infezioni respiratorie.
Non sempre, però, la scienza dà ragione alla nonna. Ad esempio, prendiamo una raccomandazione tipica dei mesi invernali, per restare in tema influenza: Non lasciare i capelli umidi: ti ammali! Non uscire che prendi freddo e ti ammali ecc ecc La Common Cold Unit di Salisbury, in Inghilterra, ha scoperto in uno studio che tra chi resta all’asciutto e chi prende umidità e freddo non ci sono sostanziali differenze nella percentuale di rischio di sindromi da raffreddamento e virus. Tutt’altro, stare al calduccio, in ambienti chiusi e caldi favorisce il contagio. Senza contare che non esponendoci alla luce del sole, abbassiamo i nostri livelli di vitamina D e non è proprio il massimo per proteggerci dall’influenza.
Colpi di tosse e starnuti sono la principale causa del contagio. Ecco perché piuttosto che accanirsi con un po’ di freddo ed umidità, bisognerebbe lavarsi le mani correttamente ed evitare di toccarsi bocca e naso con le mani sporche.
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