I sintomi della mononucleosi nei bambini, la durata e le conseguenze
La mononucleosi nei bambini: quali sono i sintomi per riconoscerla, quali le conseguenze e le cure più indicate?
Spesso, quando si parla di mononucleosi, patologia nota anche con il nome di “malattia del bacio”, si tende a pensare al periodo dell’adolescenza o dell’età adulta, ma in realtà questa malattia infettiva può colpire anche i bambini piccoli. Normalmente la malattia si trasmette infatti attraverso la saliva, per via diretta, ma può essere trasmessa anche per via indiretta, mediante ad esempio delle posate usate già da un soggetto infetto, mediante la condivisione di un bicchiere o di una lattina e così via.
I sintomi tramite i quali riconoscere la patologia sono molteplici, a cominciare dalla febbre, associata ad un gonfiore delle ghiandole del collo, un arrossamento nella zona della gola, un ingrossamento del fegato e della milza, una difficoltà nella deglutizione, gonfiore delle palpebre e tonsille arrossate.
Normalmente, nei soggetti più adulti, la patologia dura circa 4 settimane, mentre per quanto riguarda i bambini, il periodo di incubazione va dai 10 ai 15 giorni. La cura della mononucleosi nei bambini consiste generalmente in un periodo di riposo, e – qualora il pediatra dovesse consigliarlo – nella somministrazione di farmaci volti alla cura dei sintomi, come antipiretici ed anti-infiammatori. Solo nei casi più gravi il pediatra potrebbe consigliare l’assunzione di farmaci anti-virali, ma si tratta di casi piuttosto rari.
Dopo la guarigione, non dovrebbero sussistere delle particolari conseguenze per il piccolo paziente, se non il fatto che il bambino potrebbe sentirsi stanco e spossato ancora per diverse settimane, per cui il pediatra potrebbe consigliare l’assunzione di alcuni integratori vitaminici.
via | NostroFiglio
Foto | da Pinterest di Camp Wander