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Ictus: l’antidoto è l’ottimismo

Secondo una ricerca statunitense le persone "ottimiste" hanno una minore incidenza per quello che riguarda l'Ictus

Ictus: l’antidoto è l’ottimismo

Una celebre serie di spot anni ’90 esaltava l’ottimismo come “sale della vita“, ma potrebbe essere ancora più importante del semplice “atteggiamento che si realizza nel pensare e nel vivere” con positività la nostra esistenza. Secondo la tesi di una ricerca pubblicata su Stroke, la rivista scientifica dell’American Heart Association, l’ottimismo riduce il rischio di ictus.

Utilizzando il metodo dello “studio osservazionale” il team guidato da Eric Kim dell’Università del Michigan ha rilevato una minore incidenza per l’ictus in individui sopra i 50 anni che avevano valutato autonomamente il proprio livello di “ottimismo”. A 6044 individui è stato chiesto di quantificare da 0 a 16 il proprio ottimismo e i risultati dicono che escludendo gli altri fattori di rischio (alimentazione, malattie croniche, ereditarietà) ad un aumento di 1 punto in questa particolare scala corrisponde una riduzione della probabilità di incorrere in un ictus dello 0,9%.

Tutto “potere della mente“? Non necessariamente. Gli ottimisti, proprio perché meno preoccupati ed angosciati dalle alterne fortune della vita, hanno un atteggiamento più costruttivo, tendono a seguire un’alimentazione salutare e fanno più esercizio fisico. Essere ottimisti non equivale, come tanti burberi sostengono, ad essere incoscienti.

[Via | WebMed]

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