Il collagene continua a dominare il mercato dei supplementi alimentari, suscitando interesse per le sue presunte proprietà benefiche. Utilizzato in vari ambiti, dalla cosmetica alla salute delle articolazioni, il collagene è spesso presentato come una panacea per l’invecchiamento e altre problematiche. Tuttavia, è fondamentale capire quali affermazioni siano supportate da evidenze scientifiche e quali siano frutto di abili strategie di marketing. L’analisi condotta dalla BBC offre spunti interessanti su questo tema.
In commercio si trovano principalmente due forme di collagene: il collagene grezzo e il collagene idrolizzato. Il primo è composto da lunghi polimeri, mentre il secondo presenta frammenti più corti, già parzialmente digeriti in peptidi. Quest’ultima forma è spesso proposta con l’idea che la sua assimilazione sia facilitata. Le fonti di collagene provengono da cartilagini di animali come maiali, polli, bovini e pesci. Per i consumatori vegani, esistono alternative che non contengono collagene, ma mix di vitamine e minerali, come la vitamina C, che dovrebbero stimolare la produzione endogena di collagene.
Le formulazioni disponibili sul mercato sono varie: collagene in polvere, liquido, compresse e gomme. Questa diversificazione può generare confusione tra i consumatori, poiché l’efficacia del prodotto dipende dalla concentrazione di collagene presente. Generalmente, compresse e gomme possono contenere zuccheri o eccipienti, mentre le formulazioni in polvere e liquido tendono ad essere più pure. La dose consigliata di collagene dovrebbe aggirarsi tra i 5-10 grammi per assunzione.
Le indicazioni per l’uso del collagene sono molteplici, con particolare riferimento a benefici per pelle, capelli e unghie. Tuttavia, come evidenziato dalla dermatologa londinese Anjali Mahto in un articolo della BBC del 2019, le probabilità che il collagene ingerito resista alla digestione sono minime. Le proteine vengono infatti scomposte in aminoacidi, e non ci sono prove che l’assunzione di collagene aumenti la sintesi di questa proteina nell’organismo. Alcuni studi, finanziati da aziende produttrici, hanno suggerito un miglioramento dell’elasticità e dell’idratazione della pelle, ma necessitano di ulteriori conferme.
Un altro settore in cui il collagene è spesso pubblicizzato è quello delle articolazioni, in particolare per la prevenzione di malattie come l’artrite reumatoide e l’artrosi. Tuttavia, i dati scientifici a supporto di tali affermazioni sono scarsi. Alcuni studi hanno escluso attività fisica intensa, rendendo difficile trarre conclusioni definitive sull’efficacia del collagene in questo contesto.
Uno studio condotto nel 2024 su dieci atleti di resistenza ha mostrato che l’assunzione di 30 grammi di collagene e vitamina C prima dell’allenamento potrebbe favorire la sintesi di nuovo collagene. Tuttavia, il campione ridotto rende difficile generalizzare i risultati. Inoltre, il dosaggio di 30 grammi è significativamente superiore a quello generalmente raccomandato.
Per quanto riguarda l’artrite reumatoide, una recente meta-analisi ha confermato l’assenza di dati solidi, evidenziando la qualità scarsa e la variabilità dei risultati. Anche per i dolori articolari legati all’artrosi, è emerso che le evidenze disponibili non sono sufficienti a giustificare l’uso di collagene come trattamento efficace.
In Europa, l’EFSA ha vietato l’uso di claim salutistici riguardanti il collagene per articolazioni e pelle, a causa della mancanza di prove adeguate. La situazione è complicata da conflitti di interesse, poiché molti studi sono finanziati da aziende produttrici, il che potrebbe influenzare l’oggettività dei risultati. Secondo David Hunter, reumatologo dell’Università di Sidney, i risultati di studi sponsorizzati tendono ad essere più positivi rispetto a quelli condotti in modo indipendente.
Negli ultimi anni, la crescente influenza dei social media ha portato alla diffusione di prodotti il cui contenuto e provenienza non sono sempre chiari, con potenziali rischi per la salute.
Secondo esperti della Harvard T. Chan School of Medicine, i rischi diretti legati all’assunzione di collagene sono generalmente bassi, anche con dosaggi elevati. Tuttavia, i rischi indiretti possono essere significativi, come la tendenza a trascurare uno stile di vita sano a favore di un semplice integratore. È fondamentale adottare un’alimentazione equilibrata e praticare attività fisica regolare, piuttosto che affidarsi esclusivamente ai supplementi.
Inoltre, vi sono potenziali interazioni con farmaci, specialmente in caso di compromissione della funzionalità epatica o renale. La crescente domanda di collagene ha anche ripercussioni ambientali, contribuendo a problematiche come la deforestazione per l’allevamento di bovini.
Infine, l’EFSA ha classificato il rischio di trasmissione di malattie prioniche come estremamente basso. Gli esperti raccomandano prudenza e dialogo con i medici, suggerendo di investire in alimenti di qualità e attività fisica piuttosto che in supplementi non sufficientemente supportati da evidenze scientifiche.