
Stefano Nardini, ex presidente della Società Italiana di Pneumologia, ha recentemente fornito un’analisi sulle condizioni di salute di Papa Francesco, che ha affrontato recenti crisi respiratorie. Secondo Nardini, la prolungata crisi acuta a cui il Papa è sottoposto sta indebolendo ulteriormente il suo organismo. “Si cammina su un crinale”, ha affermato, evidenziando i rischi associati a una condizione di salute già compromessa.
Analisi della situazione clinica
L’ex presidente ha sottolineato che l’immobilità e la ventilazione assistita possono risultare debilitanti per i muscoli respiratori, con conseguente secchezza delle vie respiratorie, che rende difficile l’espulsione dei muchi. Per questo motivo, è stata necessaria una broncoscopia per aspirare le abbondanti secrezioni che ostacolavano la respirazione del Papa.
Commento di Massimo Andreoni
Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società Italiana Malattie Infettive e Tropicali, ha commentato la situazione clinica del Papa, suggerendo che le crisi respiratorie acute possano indicare una pneumopatia di fondo. Andreoni ha avvertito che la presenza di una condizione polmonare preesistente, unita al rischio di antibioticoresistenza, è preoccupante, specialmente considerando la lunga degenza ospedaliera. “Stiamo parlando di un paziente di 88 anni, con insufficienza respiratoria e un quadro di pneumopatia cronica”, ha dichiarato, aggiungendo che una parte del polmone del Papa non è più funzionante, rendendolo estremamente fragile.
Rischi associati alla polmonite
L’esperto ha evidenziato che la polmonite polimicrobica diagnosticata al Papa non è comune, poiché le polmoniti sono generalmente causate da un singolo germe. La fragilità del paziente, già in trattamento cortisonico, incrementa il rischio di immunodepressione. Andreoni ha chiarito che, sebbene ci possano essere preoccupazioni riguardo all’antibioticoresistenza, le riacutizzazioni improvvise dei sintomi suggeriscono piuttosto una condizione di pneumopatia di fondo.
Monitoraggio e cura del Papa
Inoltre, Andreoni ha messo in evidenza che i pazienti fragili, come Papa Francesco, sono a rischio di sviluppare germi resistenti a causa dell’uso frequente di antibiotici per le riacutizzazioni bronchiali. La persistenza della terapia e il ricovero prolungato in ospedale aumentano ulteriormente il rischio di antibioticoresistenza. Nonostante ciò, ha rassicurato che il Papa riceverà le migliori cure disponibili per minimizzare il rischio di infezioni da germi multiresistenti, garantendo così un trattamento adeguato e tempestivo.
La situazione del Papa rimane monitorata con attenzione, mentre i medici continuano a lavorare per alleviare le sue condizioni di salute e migliorare la sua qualità di vita.