Il potassio nei cibi per l’ipertensione
Lo ione potassio (simbolo chimico K, dal atino Kalium) è un macroelemento presente nel nostro corpo, in associazione agli ioni sodio (Na) e cloruro (Cl). Questi tre ioni mantengono l’idratazione dei tessuti, l’equilibrio osmotico della cellula (coè il suo contenuto di liquidi all’interno e all’esterno) e mantengono costanti i valori di pH. La differenza tra […]
Lo ione potassio (simbolo chimico K, dal atino Kalium) è un macroelemento presente nel nostro corpo, in associazione agli ioni sodio (Na) e cloruro (Cl). Questi tre ioni mantengono l’idratazione dei tessuti, l’equilibrio osmotico della cellula (coè il suo contenuto di liquidi all’interno e all’esterno) e mantengono costanti i valori di pH. La differenza tra questi tre macroelementi è che mentre sodio e cloro si trovano nei fluidi extracellulari, lo ione potassio si trova all’interno della cellula.
Tra le cause di perdita di potassio, che ne richiedono l’assunzione per via alimentare, abbiamo il vomito e la diarrea, l’uso prolungato di diuretici e l’aumento del pH del sangue in caso di alcalosi. L’assunzione di potassio è anche indicata nei casi di ipertensione, quando si è costretti a limitare quella di sodio, cioè del sale da cucina.
Se si è in buone condizioni di salute, l’apporto giornaliero necessario di potassio, per un adulto è pari a 3-4 grammi al giorno, che dovrebbe essere fornita da una dieta varia e bilanciata, di circa 2000 Kcal al giorno. Gli alimneti più ricchi d potassio sono semi, legumi e frutta secca, tra cui citiamo il cacao in polvere, la farina di soia, la crusca di frumento e pesche ed albicocche secche.
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