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Un recente convegno ha messo in luce le sfide e le opportunità del settore olivicolo-oleario, con particolare attenzione alle dinamiche di prezzo e mercato. L’incontro, tenutosi il 24 febbraio 2025, ha visto la partecipazione di rappresentanti dell’industria olearia e della grande distribuzione, evidenziando la necessità di un confronto costruttivo per affrontare le criticità del settore.
Il prezzo dell’olio di oliva
Nel contesto attuale, il prezzo dell’olio di oliva è diventato un tema cruciale. Attualmente, l’olio extravergine italiano è quotato attorno ai 9,5 euro, un valore significativamente superiore a quello dei concorrenti spagnoli, turchi e tunisini, che hanno registrato una produzione abbondante. Questo dato evidenzia come il costo di un prodotto possa influenzare la percezione di qualità da parte dei consumatori. Durante il convegno, è emerso che il prezzo gioca un ruolo fondamentale nel garantire la giusta attenzione da parte dei consumatori, specialmente in contesti come i ristoranti.
La presidente di Assitol, Anna Cane, ha sottolineato l’importanza di attribuire un prezzo adeguato all’olio di oliva, soprattutto nei ristoranti di alta gamma, per valorizzare il prodotto e informare i clienti sulle sue caratteristiche. Cane ha anche messo in evidenza la difficoltà di sostenere il consumo nazionale esclusivamente con l’olio italiano, affermando che la produzione attuale non è sufficiente a coprire la domanda interna. Con un consumo medio di 8,2 kg pro capite all’anno, le 244 mila tonnellate prodotte nell’ultima campagna non riescono a soddisfare il mercato.
La necessità di importare olio
Cane ha insistito sull’importanza di integrare l’olio straniero nel mercato italiano, sottolineando che l’industria olearia genera un fatturato di circa 4 miliardi di euro, di cui 2 miliardi provengono dall’export. L’importazione non deve essere demonizzata, poiché contribuisce a sostenere l’intera filiera e favorisce la valorizzazione dei marchi italiani all’estero, beneficiando anche altre categorie alimentari come pasta e pomodoro. La presidente ha anche avvertito riguardo alla pratica del sottocosto, che può danneggiare la sostenibilità economica della filiera.
Le prospettive della grande distribuzione
Dal canto suo, Carlo Alberto Buttarelli, presidente di Federdistribuzione, ha evidenziato che il valore di un prodotto è determinato dal consumatore e non solo dal prezzo. Buttarelli ha avvertito che l’olio di oliva non deve diventare un prodotto di nicchia, ma deve essere accessibile a tutti. La segmentazione del mercato è fondamentale per educare i consumatori sui benefici dell’olio di oliva e giustificare i prezzi più elevati per i prodotti di alta qualità .
Inoltre, Buttarelli ha spiegato che le promozioni a sottocosto, consentite tre volte l’anno, rappresentano un investimento per i supermercati, mentre la bassa fidelizzazione dei consumatori verso un marchio specifico evidenzia la necessità di lavorare sulla percezione del valore del prodotto. L’industria e la grande distribuzione devono collaborare per garantire che l’olio di oliva venga percepito come un prodotto di qualità , capace di incontrare le esigenze dei consumatori e di sostenere l’economia della filiera.