TARANTO, ITALY - DECEMBER 10: The plant visible from the surrounding countryside on December 10, 2017 in Taranto, Italy. The Ilva steel plant of Taranto is the largest in Europe. For years they have been discussing on the environmental impact produced on the city of Taranto, the nearby inhabited areas and in particular the Tamburi district, an area inhabited in the seventies by steel workers, today sadly known for the very high percentage of deaths due to tumors and lung diseases. The recent crisis and the procedures for the sale of the plant, today puts at risk the future of the workers and of the induced, the Italian Government has started a series of consultations to guarantee the work of about 14,000 workers and the health of the residents, announcing the desire to keep the factory open, despite the long-standing environmental issue. (Photo by Ivan Romano/Getty Images)
L’inquinamento provocato dalle emissioni dell’Ilva di Taranto sono un pericolo per la salute. A stabilirlo è stata la Corte di Strasburgo, che ha accolto il ricorso presentato da 182 cittadini tarantini in seguito ai danni che avrebbero subito dalle emissioni di quella fabbrica. La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha stabilito
il persistente inquinamento causato dalle emissioni dell’Ilva ha messo in pericolo la salute dell’intera popolazione, che vive nell’area a rischio.
Sottolineando anche che
le autorità nazionali non hanno preso tutte le misure necessarie per proteggere efficacemente il diritto al rispetto della vita privata dei ricorrenti.
Di fatto la Corte ha stabilito che sono stati violati gli articoli 8 e 13 e quindi l’Italia è stata condannata a pagare un risarcimento di 5mila a ognuno dei ricorrenti accettati dai giudici. La Corte richiede poi che lo stato italiano metta in atto tutta una serie di misure per garantire la protezione della salute delle persone e anche dell’ambiente. E il tutto deve avvenire il più in fretta possibile.
Daniela Spera, portavoce di Legamjonici che ha promosso il primo dei due ricorsi alla corte di Strasburgo, sottolinea che finalmente “Taranto ha ottenuto giustizia“.
Soddisfazione anche per Angelo Bonelli dei Verdi:
La condanna dell’Italia da parte della Corte di Strasburgo, conferma che il movimento ambientalista e i Verdi avevano e continuano ad avere ragione nel denunciare la violazione dei diritti dei cittadini tarantini nel diritto alla salute e alla tutela dell’ambiente. In questi anni sono state fatte proroghe su proroghe che hanno disapplicato la legislazione ambientale e sanitaria in quella città e il ministro Calenda, il ministro Di Maio dovrebbero chiedere scusa a Taranto e all’Italia, il primo per aver proposto l’immunità penale agli acquirenti Ilva oggi Arcelor Mittal, il secondo per aver confermato questa norma e aver peggiorato il piano ambientale.
Via | Ansa