Infarto: ascoltare musica migliora la salute dei pazienti?
Ascoltare la musica può migliorare anche la salute del cuore. La conferma arriva anche da questo nuovo studio.
Ascoltare la musica può migliorare la salute del cuore delle persone che hanno subito episodi di dolore toracico subito dopo un infarto, condizione nota come angina post-infartuale precoce.
Chi ascolta musica regolarmente sembra abbia anche livelli significativamente più bassi di ansia. Gli autori spiegano che chi ha avuto un attacco di cuore generalmente tende a sperimentare episodi successivi di dolore toracico e ansia entro le prime 48 ore dall’evento.
La nuova ricerca suggerisce che la musica, combinata alle terapie standard a base di farmaci, potrebbe rappresentare un metodo semplice per ridurre questi sintomi e aiutare a prevenire successivi eventi cardiaci.
Pochissimi studi hanno analizzato gli effetti della musica sulle condizioni cardiache. In base ai nostri risultati, riteniamo che la musicoterapia possa aiutare tutti i pazienti dopo un attacco cardiaco, non solo i pazienti con angina post-infarto precoce. È anche molto facile ed economico da implementare
spiegano gli autori dello studio, i quali hanno reclutato un campione di 350 pazienti con diagnosi di infarto e angina post-infartuale precoce. La metà dei partecipanti ha seguito un trattamento standard, mentre la seconda metà ha ascoltato della musica regolarmente, oltre ad assumere i farmaci standard previsti in base al trattamento.
Ai partecipanti del secondo gruppo è stato chiesto di ascoltare una selezione musicale realizzata in base alle loro preferenze, per una durata di 30 minuti ogni giorno, nei momenti della giornata che preferivano. L’esperimento ha avuto una durata di sette anni, durante i quali ognuno di loro si è sottoposto a una visita di follow up ogni tre mesi e, al termine dei primi 12 mesi, ogni anno.
Ebbene, alla fine di sette anni gli autori hanno osservato che la musicoterapia è risultata più efficace rispetto al solo trattamento standard in termini di riduzione dell’ansia e della sensazione di dolore. I pazienti presentavano anche tassi significativamente più bassi di alcune condizioni cardiache, inclusa una riduzione del 18% nella frequenza dell’insufficienza cardiaca, una riduzione del 23% di infarto successivo, del 20% di necessità di intervento chirurgico di bypass e una riduzione del 16% del tasso di morte cardiaca.
via | MedicalXpress
Foto di William Iven da Pixabay