Inquinamento, in aumento le patologie ambientali
L'inquinamento da fattori biologici, chimici e fisici ha portato all'aumento delle patologie ambientali. L'allarme lanciato da Assimas
Soffrire di patologie ambientali è sempre più frequente anche in Italia. A lanciare l’allarme è l’Assimas, la neonata Associazione Italiana di Medicina Ambientale e Salute, che ha organizzato nei prossimi mesi degli incontri per gli specialisti e i medici di famiglia che vogliono approfondire le proprie conoscenze in materia. Aggiornare gli esperti, non è, però, l’unico obiettivo di Assimas, che vuole anche informare i cittadini sui rischi associati all’esposizione eccessiva a sostanze che, seppur invisibili, contaminano sia l’ambiente esterno, sia le abitazioni, gli uffici e gli altri ambienti chiusi.
Sotto la denominazione di patologie ambientali ricadono, infatti, tutte quelle malattie che sono promosse da inquinanti sia di tipo biologico, come le muffe, sia di tipo fisico, come l’elettrosmog, o chimico, ad esempio i metalli pesanti. Questi fattori ambientali contaminano l’aria, l’acqua e il suolo, ma anche il cibo che mangiamo tutti i giorni. Il loro effetto sull’organismo è talmente deleterio che un’esposizione eccessiva può essere associata allo sviluppo della sindrome da stanchezza cronica, della sensibilità chimica multipla, della fibromialgia, dell’asma bronchiale e di diverse malattie croniche, come allergie, malattie dermatologiche e tumori.
Secondo gli esperti dell’Assimas
oggi si può finalmente far riferimento su nuove tipologie di indagini di laboratorio e strumentali per poter giungere ad una diagnosi eziologica ed intraprendere così una terapia che tenga conto anche del “fattore ambiente”, così importante ma ancora troppo sottovalutato.
A occuparsi di queste analisi è la Medicina Ambientale Clinica. Come ha spiegato Assimas, il medico specialista in questa disciplina
è una figura del tutto nuova nel panorama della medicina occidentale, agisce come un detective, alla ricerca di quei fattori che sono alla base di malattie respiratorie, allergie della pelle e persino alcuni tipi di tumore, analizzando il paziente nella sua totalità, indagandone le abitudini di vita, l’ambiente domestico e lavorativo in cui si muove. Contribuendo in modo significativo ad aggiungere il pezzo mancante a quel quadro complessivo che, per ognuno di noi, fa la differenza tra salute e malattia.
Via | Quotidiano Sanità
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