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Insonnia, lo smartphone non c’entra

Accusato fino a poco tempo fa di compromettere il sonno, l'uso notturno dei nuovi media sembra in realtà essere l'effetto di un riposo mancato. Ecco lo studio che per la prima volta capovolge il ruolo a letto di smartphone e tablet

Insonnia, lo smartphone non c’entra

L’insonnia è un acerrimo nemico della salute. Non riuscire a riposare abbastanza mette a rischio il benessere quotidiano e a volte può essere il sintomo di altri disturbi più gravi. Accanto a problemi come le apnee notturne e disturbi ansiosi anche le nuove tecnologie sono state accusate a più riprese di compromettere il buon riposo. Un nuovo studio pubblicato sul Journal of Sleep Research sembra però capovolgere il punto di vista che ha predominato fino ad oggi, assegnando all’uso notturno di smartphone, tablet e altri strumenti di comunicazione il ruolo di effetto piuttosto che quello di causa dell’insonnia.

Le autrici dello studio, ricercatrici del Dipartimento di Psicologia della Brock University di St Catharines, in Canada, hanno monitorato per 3 anni la durata del sonno, la presenza di disturbi come l’insonnia e l’uso della televisione e dei social network in 942 studenti universitari. L’analisi statistica dei dati raccolti ha rilevato l’esistenza di un’associazione significativa tra i disturbi del sonno e l’uso delle tecnologie di comunicazione, ma che contrariamente a quanto pensato da molti è il fatto di non riuscire a dormire a portare a passare più tempo guardando la televisione o sui social network.

I nostri risultati

concludono gli autori sulle pagine del Journal of Sleep Research

indicano che l’uso dei media non ha nessun effetto negativo sul sonno dei giovani adulti, ma piuttosto suggerisce che i giovani adulti utilizzino i media per far fronte ai loro problemi di sonno.

Il fatto che fino ad oggi si sia ipotizzato che fossero smartphone, tablet e simili a compromettere il sonno sarebbe dovuto a un’errata interpretazione dei dati a disposizione, che svelavano sì l’esistenza di un’associazione tra i disturbi del sonno e l’uso delle nuove tecnologie, ma senza fornire indicazioni su quale fosse la causa e quale, invece, l’effetto.

Il sonno può essere visto come un’opportunità ideale di isolarsi dal mondo sociale e dalle sue continue richieste, e la rivoluzione dei media può mettere a repentaglio la possibilità di riuscire a fuggire a questo incantevole deserto sociale notturno

commenta in un editoriale Derk-Jan Dijk journal, direttore responsabile del Journal of Sleep Research.

Diversi studi hanno evidenziato l’impatto dell’uso dei media sul sonno, in particolare nei bambini e negli adolescenti.

Ora Tavernier e colleghi forniscono alcuni dati longitudinali sui giovani adulti (…) Le autrici concludono che ‘i giovani adulti sembrano usare i media come uno strumento per far fronte con i loro problemi di sonno’. Altri in precedenza hanno enfatizzato la ‘natura bidirezionale’ della relazione tra l’uso dei media e i problemi del sonno e senza dubbio ricerche future districheranno le vie e i meccanismi [inclusa l’esposizione alla luce associata all’uso dei media], si spera includendo anche studi randomizzati in cui l’uso dei media venga manipolato sperimentalmente.

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Via | Journal of Sleep Research

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