Insonnia, scoperti i geni che fanno dormire?
Una nuova ricerca sembra svelare le prime basi genetiche della durata del sonno, ma non mancano già commenti che smorzano entusiasmi eccessivi
L’insonnia, si sa, è un nemico della salute. Le sue possibili cause sono molte e molto diverse fra loro: dallo stress all’assunzione di alcuni farmaci, passando per l’età, il fumo e disturbi come il reflusso gastroesofageo, praticamente chiunque potrebbe avere un buon motivo per non dormire abbastanza o abbastanza bene. Oggi a questi buoni motivi potrebbero aggiungersi anche i geni.
Un nuovo studio pubblicato su Molecular Psychiatry da un gruppo di ricercatori guidato da Daniel Gottlieb, dell’Harvard Medical School, ha infatti permesso di identificare delle varianti genetiche associate a un sonno più lungo. Non aspettatevi, però, grandi differenze: avere questi geni permette di dormire solo pochi minuti in più rispetto a chi non li ha. Ciononostante, gli autori dello studio sottolineano l’importanza della scoperta.
Questo studio è uno dei primi a iniziare a identificare queste differenze genetiche
spiega Gottlieb
e si spera che ci aiuteranno a capire meglio le cause dei disturbi del sonno e la loro associazione con altre importanti malattie.
I dettagli della scoperta
Gottlieb e colleghi hanno analizzato il Dna e il sonno di oltre 50 mila persone. In questo modo è stato possibile identificare 2 varianti genetiche associate alla durata del riposo, una delle quali sembra portare a dormire 3 minuti in più a notte.
Lo studio è proseguito revisionando i dati presenti nella letteratura scientifica alla ricerca di eventuali informazioni su queste varianti genetiche.
Abbiamo identificato un’area del Dna che sembra influenzare quanto una persona dorme
racconta Gottlieb. Ma c’è di più. Sembra infatti che i portatori di questa variante genetica siano caratterizzati da livelli inferiori di disturbo da deficit di attenzione/iperattività e livelli di zuccheri nel sangue più bassi. L’altra area di Dna identificata è invece associata a un sonno di più breve durata e in passato è stata associata a problemi psichiatrici, ad esempio depressione e schizofrenia.
Differenze significative?
Secondo gli autori dello studio i risultati di queste ricerche suggeriscono che alcune varianti genetiche causino problemi del sonno che a loro volta porterebbero allo sviluppo, ad esempio, di problemi di pressione alta. I ricercatori non escludono però nemmeno che i geni in questione influenzino contemporaneamente più fenomeni diversi in realtà non connessi fra loro.
Non manca però chi cerca di calmare gli animi entusiasmati da questa ricerca, come Jim Horne, esperto dello Sleep Research Center della Loughborough University, nel Regno Unito.
L’effetto di questi geni sul sonno è minimo e non arriva a più di pochi minuti in un’intera notte di riposo
sottolinea Horne.
Esistono numerosi meccanismi nel cervello, forse centinaia, che influenzano il nostro sonno in un modo piuttosto che in un altro e tutti saranno codificati da uno o più geni. Quelli sui quali ci si è concentrati in questo studio sono molto pochi.
Per di più questo studio non ha tenuto in considerazione un altro importante aspetto: la qualità del sonno. Insomma, pare proprio che sia ancora prematuro per parlare di “geni del sonno”.
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Via | Health Day