L’insonnia, le cui cause e i cui rimedi possono essere diversi, è un problema parecchio diffuso. Essa può rendere difficile non solo il semplice addormentarsi, ma anche mantenere un sonno duraturo durante la notte ed anche riaddormentarsi dopo i risvegli notturni. O persino svegliarsi troppo presto rispetto al momento in cui si dovrebbe per aver raggiunto un numero sufficiente di ore di riposo.
Il risultato? Ci si sveglia stanchi, stressati, con poca voglia di comunicare e di ascoltare i bisogni altrui. Cosa fare se si soffre di insonnia? E quando preoccuparsi se non si dorme? Approfondiamo l’argomento.
L’insonnia è un disturbo che, seppur anche solo in maniera occasionale, colpisce almeno una volta il 50% della popolazione. Quando si considera insonnia? Il significato di questo termine abbraccia una serie di situazioni. Si parla di insonnia cronica quando i disturbi del sonno colpiscono almeno tre notti a settimana e durano un mese o più. In questo caso, l’insonnia è dovuta a situazioni quali dolori e malattie, depressione, stress cronico o semplicemente cattive abitudini alimentari. Contrariamente, siamo di fronte all’insonnia acuta quando stress di diversa origine, fattori esterni (rumore, freddo, etc) o jet lag causano una perdita di sonno che può durare da una sola notte ad alcune settimane.
Si possono sperimentare almeno tre tipi di insonnia.
Inoltre, può non essere correlata ad altre condizioni di salute, ed in questo caso si parla di insonnia primaria, oppure essere causata da malattie, dolori o abuso di determinati farmaci. Cause comuni di insonnia sono condizioni psicologiche quali ansia e depressione. In questo caso si parla di insonnia secondaria. Un cenno merita anche l’insonnia sporadica fatale. Nonostante il suo nome, non si tratta di un disturbo del sonno. E’ piuttosto una malattia degenerativa dei nervi che ha tra le conseguenze quella di causare dei disturbi del sonno. Appartiene alle malattie prioniche, ovvero quelle malattie cerebrali degenerative, progressive, mortali e incurabili. In questo caso colpisce il cervello, che si “intasa” con accumuli di proteine.
L’insonnia può interessare chiunque, ma soggetti che corrono maggiormente il rischio di sperimentarla sono:
Così come riportato sul sito dell’Humanitas, la parola insonnia nasconde una serie di manifestazioni. Sintomi ad essa legati sono:
Il quadro appena esposto provoca una serie di conseguenze che si ripercuoto durante il giorno andando ad influenzare la vita diurna del soggetto. E andando di fatto a complicare le normali attività dell’individuo come lo studio, il lavoro o semplicemente la vita sociale. Conseguenze riconducibili all’insonnia sono: sonnolenza diurna, stanchezza diffusa, irritabilità, problemi nella concentrazione e nella memoria. Ma – così come riportato sul sito della Mayo Clinic – anche prestazioni inferiori sul lavoro o a scuola; tempo di reazione rallentato (ad esempio nell’uso dei macchinari di lavoro o durante la guida e, per questo, un maggior rischio di incidenti); disturbi della salute mentale; aumento del rischio di malattie a lungo termine come ipertensione e malattie cardiache (e/o loro peggioramento).
Se è sporadica, l’insonnia non deve essere motivo di preoccupazione. Bisogna iniziare a indagare, però, quando diventa cronica. Se dovesse protrarsi per oltre un mese, è bene rivolgersi al medico. E’ bene contattare un professionista quando il disturbo interferisce con la qualità della vita.
L’insonnia cronica spesso e volentieri nasconde una causa sottostante. Può trattarsi di stress o eventi della vita. In questi casi, trattando il fattore che l’ha causata si risolve anche l’insonnia.
Le più comuni cause sono:
Infine, tra i disturbi mentali comparsi con la quarantena dovuta al Coronavirus, c’è anche l’insonnia, che in qualche modo è legata al Covid.
Altrettanto diffusa è l’insonnia gravidica. Essa si manifesta in maniera particolare durante le prime 12 settimane di gestazione. In questo periodo le donne si sentono comunemente stanche o addirittura esauste. Ciò è dovuto ancora una volta ai cambiamenti ormonali. Con il proseguire della gravidanza, però, può essere causata dal peso e dall’ingombro del pancione, che rende difficile dormire bene la notte.
Possibili rimedi e cure per l’insonnia comprendono sia il ricorso a farmaci che a trattamenti non farmacologici, nonché la messa in pratica di buone abitudini e determinati accorgimenti. Un farmaco comune per il trattamento dell’insonnia – almeno per quella occasionale – sono le benzodiazepine. Queste appartengono al gruppo dei depressori del sistema nervoso centrale ed hanno come effetto quello di indurre sensazioni di calma, stordimento e sonno. Trattamenti non farmacologici sono, invece, la terapia cognitivo comportamentale e la mindfulness. Queste ultime sono particolarmente indicate in caso di insonnia cronica. Assicuratevi inoltre di usare cuscini e materassi adatti.
Ecco infine un vademecum per provare a dormire un po’ meglio.
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