L’intossicazione alimentare è una malattia causata dal consumo di cibo contaminato: i sintomi da riconoscere possono aiutarti ad individuarla, mentre essere a conoscenza delle cause e sapere cosa fare, possono indirizzarti verso una adeguata prevenzione per te – specie in gravidanza – che per il resto della tua famiglia, bambini e anziani compresi.
Fortunatamente, la condizione poco piacevole che comporta tende a migliorare entro pochi giorni. Ecco ciò di cui è bene essere informati a riguardo.
Sebbene scomoda da affrontare, l’intossicazione alimentare è una situazione relativamente comune. Si tratta di una malattia di origine alimentare che si verifica a seguito dell’ingestione di cibi contenenti una tossina, un agente chimico o infettivo che può causare spiacevoli sintomi nel corpo. A differenza dell’influenza dello stomaco – di natura virale – l’intossicazione alimentare è causata dal consumo di cibo o acqua contaminati da determinati agenti che approfondiremo in seguito.
I sintomi di intossicazione alimentare possono manifestarsi entro poche ore dal consumo di cibo contaminato o anche giorni o settimane dopo. Alcuni sono piuttosto comuni e facilmente riconoscibili, altri sono riconducibili anche ad altre patologie. In ogni caso, variano a seconda della fonte di contaminazione. Ciò che c’è di rassicurante, è che nella maggior parte dei casi, l’intossicazione alimentare è lieve e si risolve in maniera autonoma.
Tra i più comuni sintomi ci sono:
In caso di diarrea per più di tre giorni, di episodi di vomito frequenti e di dolore acuto allo stomaco, di febbre alta e di debolezza muscolare o formicolio alle braccia è consigliabile contattare un medico.
Le cause più comuni di intossicazione alimentare sono organismi infettivi quali batteri, virus, parassiti, tossine o prodotti chimici. Questi possono contaminare il cibo in qualsiasi punto della lavorazione o della produzione. Ma non basta, la contaminazione degli alimenti da parte di tali agenti si può verificare anche a seguito di una sbagliata manipolazione, conservazione o cottura.
Rappresentano la causa più diffusa di intossicazione alimentare. Tra questi spicca la salmonella, seguita dal campylobacter e dal C. botulinum (botulismo). Questi ultimi sono meno diffusi della prima ma altrettanto potenzialmente letali.
L’intossicazione alimentare causata da parassiti può essere dovuta, tra gli altri, al toxoplasma gondii, che si trova in abbondanza nelle lettiere per gatti. La toxoplasmosisi trasmette generalmente a partire dai gatti e successivamente, indirettamente attraverso altri animali. Per l’uomo è rischioso il consumo di carne cruda o di frutta e verdura contaminati da feci e non adeguatamente lavati. I parassiti sono particolarmente pericolosi per le donne in gravidanza e per chi abbia un sistema immunitario debole.
Il virus maggiormente responsabile di intossicazione alimentare è quello dell’epatite A (HAV). In questo caso bisogna fare attenzione ai molluschi (cozze, vongole, ostriche) consumati crudi. Tra i virus potenzialmente pericolosi ci sono anche il norovirus e il rotavirus (più comune nei bambini di età inferiore ai 5 anni).
In particolare, il cibo può essere contaminato quando:
Esistono alcuni alimenti, più di altri, esposti al rischio di intossicazione alimentare. Si tratta della carne cruda in genere e di quella di pollo in particolare; delle uova crude (e delle salse che le contengono, come ad esempio la maionese), del latte non pastorizzato e dei latticini; dei formaggi a pasta molle, dei formaggi erborinati e di quelli non pastorizzati; dei crostacei e dei frutti di mare crudi o poco cotti; delle verdure crude; dei germogli crudi (specie quelli fatti in casa); dei cibi pronti; degli affettati e dei salumi.
Volendo semplificare, ecco le cause più comuni e gli alimenti ad esse collegati:
Nonostante i sintomi simili, i tipi di intossicazione alimentare possono essere diversi. Essi variano a seconda della sostanza che ha causato la contaminazione e di quanta ne hai ingerito. Nella maggior parte dei casi, si guarisce entro un paio di giorni o poco più senza bisogno di cure mediche. Ma esistono situazioni anche più gravi che richiedono l’intervento del medico o il ricorso a cure ospedaliere. In questi casi l’intossicazione può durare anche settimane.
Se i tuoi sintomi sono vomito e/o diarrea, è necessario che rimani idratata ricorrendo, oltre che all’acqua, anche alle bevande sportive che fungono da integratori di sali minerali ed elettroliti (sodio, potassio, calcio, magnesio). Evita la caffeina che ha tra le controindicazioni quella di irritare l’apparato digerente. Bevi invece tè deteinati e la camomilla: entrambi possono calmare il mal di stomaco.
Esistono dei farmaci da banco con la funzione di controllare la diarrea e combattere la nausea da assumere sotto il controllo del medico. Nei casi gravi si può effettuare l’idratazione con liquidi per via endovenosa. Nei casi peggiori, si può rivelare necessario un ricovero in ospedale. Riposati a lungo fino a quando i sintomi saranno scomparsi.
I cibi migliori da mangiare dopo un’intossicazione alimentare sono generalmente quelli insipidi, che non irritano lo stomaco e che sono facili da digerire. Il loro alto contenuto di amido, inoltre, aiuta a rendere solide le feci evitando continui episodi di diarrea.
In caso di nausea probabilmente non avrai voglia di ingerire cibo, ma appena puoi, puoi cominciare con piccoli sorsi d’acqua e, successivamente, con piccole quantità di cibo come riso in bianco, crackers, pane abbrustolito o banane. Successivamente, puoi provare a consumare brodi, patate, carni bianche (perfettamente cotte). Cosa non mangiare? Come anticipato, tè o caffè, bevande gassate, latticini, cibi grassi specie se fritti, cibi troppo dolci, troppo piccanti e bevande alcoliche.
La cura per l’intossicazione alimentare si riconduce a tutto ciò che ne allevia i sintomi da un lato, e che aiuta a rimanere idratati dall’altro. La disidratazione favorita da vomito e diarrea, infatti, può peggiorare la situazione specie nei soggetti più deboli. E’ considerata una buona idea liberare lo stomaco dalla sostanza tossica il più velocemente possibile: ciò avviene attraverso il vomito. La prima cosa da fare, quindi, è farlo riposare evitando di ingerire cibo. Ciò non è così difficile in realtà: il digiuno viene agevolato dall’inappetenza che la nausea comporta. Fatto questo, ci si affida ai cari vecchi rimedi naturali quali:
Tutti possono essere colpiti da un’intossicazione alimentare, indipendentemente dall’età, dal sesso e dallo stato generale di salute. Anzi, è praticamente assodato che tutti si trovino ad affrontarla almeno una volta nella vita. Tuttavia, esistono dei soggetti più a rischio di altri. Si tratta di:
La prevenzione è l’approccio migliore per evitare un’intossicazione di natura alimentare. Approccio che consiste nel non ingerire cibo e acqua contaminati. Cosa che non è sempre facile, anzi. Esistono alcuni piccoli accorgimenti – per la verità molti di essi sono buone pratiche che tutti dovremmo rispettare – utili a prevenirla a casa. Ovvero:
Meglio sempre prevenire!