Iodio: a cosa serve e i legami con la tiroide
Tra iodio e tiroide c'è un legame indissolubile: ecco come il minerale incide sul funzionamento della ghiandola preservando il nostro benessere generale.
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Lo si associa spesso alla tiroide, ma cos’è lo iodio, a cosa serve e perché è legato alla ghiandola? Probabilmente si tratta di interrogativi che vi siete posti almeno una volta nella vita ed ai quali vorreste trovare una risposta.
Quello che sappiamo, è che l’elemento svolge un ruolo essenziale nel funzionamento di una tiroide sana, e che viene usato nella produzione degli ormoni tiroidei. Ma il nostro organismo non lo produce autonomamente, per questo è fondamentale introdurlo attraverso la dieta.
Ecco tutto quello che c’è da sapere a riguardo, dagli alimenti nei quali si trova lo iodio fino alle controindicazioni e agli effetti collaterali che comporta.
Iodio, a cosa serve?
Iniziamo dal nome e dal significato del minerale iodio, termine che gli venne attribuito nel 1812 dal chimico e fisico J.-L. Gay-Lussac, che lo ricavò dal greco ἰοειδής «violetto» (per il colore dei suoi vapori). Rientra tra i protagonisti della chimica, nell’ambito della quale lo iodio molecolare è un elemento chimico di simbolo appartenente al gruppo degli alogeni. E’ un micronutriente la cui carenza è alla base di molte comuni disfunzioni della tiroide, dai noduli alle tiroiditi. Ciò in quanto tale ghiandola endocrina, per funzionare correttamente, necessita di un adeguato apporto di tale naturale sostanza.
Regola il metabolismo, ovvero la conversione dell’energia ottenuta dal cibo in energia per aiutare le cellule a funzionare e crescere. E’ necessario per produrre gli ormoni tiroidei tiroxina e triiodotironina, che aiutano con la creazione delle proteine e con l’attività enzimatica. Senza una quantità sufficiente di iodio, tali ormoni non funzionerebbero correttamente portando a delle possibili conseguenze tra le quali una ghiandola tiroidea inattiva o iperattiva, condizioni mediche di ipotiroidismo e ipertiroidismo e conseguenti vari effetti collaterali negativi nel corpo.
Ricordiamo infatti come la tiroide sia cruciale per molte funzioni fisiologiche che garantiscono una condizione di equilibrio e di benessere. Tra queste il metabolismo basale, lo sviluppo del cervello, il ciclo mestruale femminile, la libido e l’attività cardiaca. Ma il minerale ha un ulteriore utilizzo: è ampiamente usato anche come medicinale disinfettante e antisettico. Si tratta della comune tintura di iodio, una soluzione idroalcolica contenente alcol, acqua e ioduro di potassio.
Iodio, dove si trova?
E’ diffusamente presente nell’ambiente e si assimila attraverso l’alimentazione. E’ un minerale non prodotto dall’organismo, deve quindi essere introdotto nel corpo tramite il consumo di alimenti o integratori. Se si trova naturalmente in alcuni cibi, ad altri viene aggiunto.
In genere è reperibile nel suolo, nel mare e nell’oceano più in generale, luoghi nei quali varia rispetto alle quantità. Da questi viene poi trasmesso alle piante, agli ortaggi, ai frutti e agli animali che mangiamo, come ad esempio il pesce. Si trova principalmente negli alimenti proteici animali e nelle verdure di mare e, in misura minore, negli alimenti fortificati come pane, cereali e latte.
Come si può assumere in modo naturale lo iodio?
Se risiede naturalmente in alcuni alimenti, ad altri viene aggiunto in fase di preparazione e viene anche unito al sale “iodato”. Si può integrare naturalmente nella propria alimentazione includendo una varietà di cibi quali pesce, alghe, gamberetti e frutti di mare.
E’ inoltre disponibile negli integratori di iodio in compresse, solitamente sotto forma di ioduro di potassio o ioduro di sodio. Infine, diversi integratori multivitaminici e minerali contengono iodio. Questi sono i modi più o meno naturali per integrarlo nella propria alimentazione.
Quali sono gli alimenti ricchi di iodio?
Ma entriamo nel dettaglio, facendo un breve ma esaustivo elenco degli alimenti ricchi di iodio. Questi sono soprattutto i vegetali (che lo assorbono dal terreno), i pesci e le alghe, che accumulano lo iodio disciolto nell’acqua del mare.
Se si necessita di integrare la percentuale del minerale introdotta nell’organismo lo si può fare aumentando di fatto il consumo di pesce – almeno 2-3 volte alla settimana includendo anche i crostacei e, magari, le alghe – e quello di frutta e verdura. Questa è la prima buona abitudine da seguire. Fonti di tale elemento sono anche i latticini, le uova e la carne.
Ideale proprio per prevenirne la carenza e proteggere la salute della tiroide è scegliere, al posto del sale comune, quello iodato per insaporire le pietanze. Ne basta poco ogni giorno per colmare il fabbisogno necessario alla tiroide per fare il suo lavoro.
A cosa serve prendere lo iodio?
Possiamo affermare che prenderlo sia indispensabile per mantenere uno stato generale di buona salute. Nello specifico, serve ad assicurare la produzione di quantità sufficienti di ormoni tiroidei. In caso contrario può causare diversi problemi.
Nelle donne in dolce attesa, ad esempio, una importante carenza dell’elemento può creare danni permanenti allo sviluppo del feto, come una crescita ritardata o disabilità intellettive. Mancanze meno gravi possono portare ad un quoziente intellettivo nei bambini inferiore alla media. Segno comune di carenza di iodio è il gozzo tiroideo, ovvero la ghiandola tiroidea ingrossata.
Come contrastare la carenza di iodio?
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la carenza di iodio è la prima causa prevenibile di ritardo mentale e paralisi cerebrale nel mondo. Per tale motivo è indispensabile agire per prevenirla. Il fabbisogno di iodio è pari a 150 microgrammi al giorno per adulti e adolescenti, ma aumenta per le donne in gravidanza (250 microgrammi al giorno) e per i bambini piccoli.
Per contrastarne la carenza basta mettere in pratica determinati accorgimenti nella propria alimentazione favorendo l’introduzione dei cibi ricchi di iodio ed assumendo integratori sotto il controllo del proprio medico. A tal proposito in commercio è disponibile anche lo iodio puro, un integratore liquido che va assunto a gocce da applicare sulla lingua e deglutire dopo circa un minuto.
Iodio e tiroide, qual è il legame?
La tiroide per funzionare ha bisogno dello iodio, tant’è vero che quasi tutto quello che assimiliamo attraverso la dieta viene assorbito da tale ghiandola. Ecco perché una carenza può portare facilmente ad una tiroidite (infiammazione della ghiandola), la quale si gonfia formando il tipico “gozzo” e non riesce più a produrre in modo corretto i suoi ormoni. Una tiroide malfunzionante può portare a iper o ipo tiroidismo, con sintomi quali alterazione del peso, pressione troppo alta o troppo bassa, sbalzi d’umore, disturbi della sfera sessuale e riproduttiva, difficoltà di concentrazione, depressione, perdita dei capelli, eccetera.
Circa il 10% della popolazione italiana è affetta da disfunzioni tiroidee dovute alla carenza di iodio. Bassi livelli di questo prezioso micronutriente sono, come abbiamo approfondito, particolarmente pericolosi in gravidanza per le possibili rischiose conseguenze sul bebè. Eppure, evitarle e prevenirle è molto semplice.
Quando lo iodio fa male?
Lo iodio può far male quando se ne assume una quantità eccesiva. Ciò può derivare dall’uso di integratori ad alto dosaggio o dall’eccesso di cibi quali alcune alghe e sali che contengono iodio. Se un’elevata assunzione di iodio è generalmente ben tollerata dalla maggior parte delle persone in perfetto stato di salute, in altre, specie nelle persone con malattie autoimmuni della tiroide o che hanno una storia di carenza cronica di iodio, può portare a ipotiroidismo e gozzo.
L’eccesso di iodio può anche causare anche una produzione eccessiva di ormoni tiroidei, causando ipertiroidismo. Per questi soggetti è pensata la terapia con iodio 131, isotopo radioattivo utilizzato in medicina nucleare sia a scopi diagnostici, che terapeutici. Tra le controindicazioni dello iodio assunto in quantità elevate c’è l’infiammazione della tiroide e il tumore alla tiroide. Tra i possibili effetti collaterali ci sono bruciore alla bocca, gola irritata e bruciore allo stomaco. Ma anche febbre e mal di stomaco, nausea, vomito, diarrea.