Come curare l’ipocondria, le cure migliori
Ipocondria è un termine che si riferisce a tutti coloro che nutrono forti, nella maggior parte dei casi infondate, preoccupazioni riguardo al proprio stato di salute. Sono le persone che pensano sempre di avere una malattia ad ogni sintomo che provano. Chi soffre di ipocondria può essere aiutato con trattamenti psicoterapici o con farmaci. La psicoterapia cognitivo-comportamentale è sicuramente consigliata, proprio come gli antidepressivi ad azione serotoninergica assunti per periodi prolungati.
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Come curare l’ipocondria è la preoccupazione che, chi soffre del timore legato alla paura o alla convinzione di avere, in base all’errata interpretazione di uno o più segni o sintomi fisici, una malattia grave, nutre. Non a caso è anche nota come “paura delle malattie”. E’ facile immaginare come chi soffre di tale disturbo ne sia profondamente condizionato sia in ambito sociale che familiare. Fortunatamente, non solo le cure per l’ipocondria esistono, ma possono risultare efficaci e restituire al paziente la serenità perduta. Ecco i rimedi e tutto quello che c’è da sapere per poter dire, finalmente, “ho sconfitto l’ipocondria”.
Cos’è l’ipocondria
Prima di passare ai consigli relativi a come combattere l’ipocondria, utile può essere definirla. E’ un disturbo che colpisce tutte quelle persone che tendono a pensare che ogni segnale anomalo o inaspettato del proprio corpo possa sottintendere la presenza di una malattia. Considerazioni che non cambiano nemmeno dopo l’esito favorevole di una visita medica o di un esame. L’ipocondriaco è quel paziente che controlla continuamente le proprie funzioni corporali, come la respirazione e il battito del cuore, sospettando di continuo che ad ogni piccolo segnale che l’organismo manda, anche se potrebbe essere innocuo, corrisponda l’aver contratto una particolare malattia.
Sintomi dell’ipocondria
Viene da sé che sintomi dell’ipocondria siano una costante e infondata preoccupazione per il proprio stato di salute, la paura di avere qualcosa che non va in linea generale o ad un organo specifico o di soffrire di particolari patologie. Il disturbo è accompagnato da sintomi somatici e dal disturbo da ansia da malattia. Nel primo caso il paziente sente di provare dei sintomi che associa a particolari malattie, mentre nel secondo ha paura di ammalarsi. Unitamente alla cybercondria o ipocondria digitale, l’ansia che deriva dall’abitudine di cercare online informazioni sulle malattie. Abitudini da tenere d’occhio sono:
- Monitorare le proprie condizioni di salute, in ogni momento della giornata
- Cercare in rete e sui libri informazioni inerenti al disturbo, riconoscendosi in malattie che non sono quelle di cui soffre
- Cercare confronti e pareri, ma anche rassicurazioni
- Andare spesso dal medico, da specialisti, sottoporsi ad esami che non sempre sono necessari
Cause dell’ipocondria
Le cause esatte dell’ipocondria non sono del tutto comprese, ma si pensa che siano influenzate da una combinazione di fattori biologici, psicologici e ambientali. Alcuni fattori di rischio includono una storia familiare di disturbi mentali, traumi emotivi o stress, ansia o depressione preesistenti, una scarsa scolarizzazione, una storia famigliare di malattie croniche, una storia di abusi sessuali o altri traumi, l’aver sofferto di una malattia cronica nell’infanzia, il basso livello socioeconomico. E’ una patologia che si forma solitamente nell’infanzia, spesso a causa delle relazioni con le figure di riferimento, che possono indurre il piccolo a pensare di essere troppo debole, fragile, vulnerabile, con atteggiamenti iperprotettivi che possono poi ripresentarsi durante la vita adulta. Fatte le dovute premesse, vediamo ora come superare l’ipocondria e quali sono le cure più efficace.
Cure dell’ipocondria
Come curare l’ipocondria? E’ un disturbo difficile da trattare, perché solitamente l’ipocondriaco non riesce a smettere di preoccuparsi nemmeno di fronte alle prove evidenti del fatto che non è malato: a nulla valgono i risultati negativi delle analisi o le rassicurazioni di medici professionisti e competenti. L’ipocondria nasconde problematiche psicologiche complesse e un senso di disagio verso se stessi e gli altri. I pazienti che soffrono di questa patologia dovrebbero sottoporsi a sedute di psicoterapia, per poter individuare le cause che li hanno portati a diventare ipocondriaci. E da lì percorrere una strada che li porti ad acquisire sicurezza in se stessi.
Terapia cognitivo-comportamentale
Chi soffre di ipocondria ossessiva, fortissima ma si rende conto, almeno in parte, che le sue preoccupazioni sono eccessive e infondate, può essere aiutato con trattamenti psicoterapici o con farmaci. La forma di psicoterapia che la ricerca scientifica ha dimostrato essere più efficace, e nei più brevi tempi possibile, è la terapia “cognitivo-comportamentale“. Questa è sicuramente consigliata, proprio come i farmaci di modulazione della neurotrasmissione serotoninergica, anche se questi ultimi non sono privi di effetti collaterali che devono comunque essere tenuti in considerazione.
La terapia cognitivo-comportamentale fornisce ai pazienti le abilità per gestire il disturbo e per trovare modi diversi per affrontare le proprie preoccupazioni. Ad esempio, identifica le paure e le convinzioni relative al fatto di avere una grave malattia; insegna modi alternativi per visualizzare le sensazioni del corpo; fornisce consapevolezza su come le preoccupazioni influenzano il proprio comportamento. Ancora, insegna ad affrontare e tollerare lo stress e l’ansia. Tale terapia può essere utile anche nel caso di ipocondria verso i figli. Quest’ultima, nota anche nota come ansia materna o ansia genitoriale, è una forma del disturbo che riguarda la preoccupazione eccessiva per la salute e la sicurezza dei propri figli che si manifesta con comportamenti sovraprotettivi e un’eccessiva attenzione per eventuali segni di malattia o pericolo.
Terapia farmacologica
Per quanto riguarda la terapia farmacologica bisogna sottolineare come, essendo l’ipocondria spesso assimilata al disturbo ossessivo-compulsivo, ovvero al disturbo caratterizzato da pensieri, immagini o impulsi ricorrenti (di fatto, le preoccupazioni dell’ipocondriaco sono come delle ossessioni di malattia), la cura farmacologica è uguale a quella prevista per tale disturbo. Pertanto, tra i farmaci che vengono prescritti agli ipocondriaci – ammesso che accettino di prenderli senza temere che arrechino dei danni al proprio organismo – si annoverano alti dosaggi di antidepressivi ad azione serotoninergica assunti per periodi prolungati.
Psico-educazione
Tuttavia, raramente gli ipocondriaci decidono di rivolgersi ai professionisti della salute mentale. Per questo motivo può essere utile il passaggio intermedio della psico-educazione, spesso fatta come terapia di gruppo, che può aprire uno spiraglio per un successivo personale percorso psicologico. In quanto alla terapia di gruppo, questa può essere di grande aiuto in quanto, interagire con altre persone che hanno simili timori per la salute, può aiutare a ridurre l’isolamento e a migliorare la percezione delle proprie preoccupazioni.
Così come riportato sul sito Milano Psicologo, una ricerca in merito ha evidenziato “l’efficacia della psico-educazione di gruppo nel trattamento di alcuni disturbi, rilevando che la psico-educazione soddisfa i criteri per essere classificata all’interno della Categoria 2 (intervento probabilmente o potenzialmente efficace) tra gli interventi terapeutici di comprovata efficacia”. Guarire dall’ipocondria è quindi possibile.
Ipocondria, cosa fare
Per prima cosa bisogna riconoscerla come ciò che è effettivamente è, ovvero una malattia. Che si presenta per cause ben precise e sintomi che non dobbiamo mai sottovalutare. Successivamente, bisogna chiedersi come aiutare un ipocondriaco: sia un nostro famigliare, ma anche un nostro amico o un collega di lavoro. Naturalmente, il consiglio rimane quello di prediligere le cure per l’ipocondria che abbiamo appena approfondito, ovvero rivolgersi ai professionisti della salute mentale, gli unici che possono portare ad una guarigione definitiva in quanto capaci di risolvere, o quantomeno trattare, le cause sottostanti (spesso ansia, stress e ipocondria vanno di pari passo).
In aggiunta a questo, utile per l’ipocondriaco può risultare tenere un diario nel quale annotare la costanza con la quale si sottopone a visite e controlli, chiede rassicurazioni alle persone care, controlla le comuni funzioni corporee e così via. Rendersi conto di queste abitudini ossessive può essere un inizio per cercare di ridurne gradualmente la frequenza. Tenersi occupati con altre attività può aiutare a non pensare ossessivamente alla propria salute. Un esercizio fisico regolare, un’alimentazione equilibrata, la meditazione e le tecniche di rilassamento possono aiutare a gestire lo stress e l’ansia.
Come aiutare un ipocondriaco
Appurato come guarire dall’ipocondria, utili sono anche i suggerimenti dei professionisti in merito. Per aiutare un ipocondriaco, gli esperti consigliano di non rimproverarlo e non umiliarlo, in quanto il disturbo è reale. Ma anche di incoraggiarlo a seguire un percorso psicoterapeutico. Se siete vicini alla persona ipocondriaca, potrebbe essere utile accompagnarla dal suo medico curante, in modo da poter fornire un prezioso contributo sulla portata dell’ansia da malattia e in modo da poter ricevere indicazioni su come supportarla al meglio.
Evitate di consigliarla di fare test fai da te per calmare l’ansia, piuttosto informatevi sull’ipocondria: comprendere la natura del problema, può porvi in una posizione sicuramente più vantaggiosa. Ancora, non sminuite le sue preoccupazioni, ma non incoraggiatele nemmeno. Entrare in empatia con un ipocondriaco è una buona scelta, ma cercate di scoraggiarlo dall’eccessiva preoccupazione, controllo, ricerca e richiesta di rassicurazioni. Parlate con lui/lei, evitate che si rinchiuda in se stesso/a. Infine, il consiglio più utile, è quello di essere pazienti. In fondo chi soffre della paura delle malattie non ha scelto di farlo. Non ha deciso di provare ansia, ma anzi cerca disperatamente il modo di affrontarla.
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