
Young and gorgeous woman in white bathrobe standing in bright light bathroom with mirror. She looking at her reflection with calm face, holding hand on cheek, checking skin (Young and gorgeous woman in white bathrobe standing in bright light bathroom
Durante questa pandemia di Coronavirus Covid-19 ci è stato richiesto, per motivi di sicurezza nazionale, di restare a casa e di uscire solo in caso di necessità, debitamente protetti con mascherina, guanti e mantenendo le distanze imposte. Ma fare vita ritirata non è stato un toccasana né per la salute né per la bellezza.
I paesi anglofoni la chiamano Isoskin o Isoface ed è la risposta della pelle all’isolamento e allo stress degli ultimi mesi. Un problema che sta riguardando l’intero globo, con la cute del viso di molti di noi afflitta da arrossamenti e brufoli, ma anche minore luminosità e aspetto più opaco e spento.
Da una parte infatti il restare a casa ha ridotto l’esposizione a smog e sostante inquinanti e per le donne ha anche significato far respirare l’epidermide, non coprendola con il trucco. Ma dall’altra ha voluto dire anche subire lo stress dell’isolamento e rinunciare all’aria e al sole, come al regolare movimento, tutti fattori che hanno contribuito al problema.
Isoskin o pelle da isolamento: i fattori scatenanti del problema
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A rendere la nostra pelle meno in salute non è stato direttamente il Coronavirus, come abbiamo spiegato, ma tutte le circostanze indirette ad esso collegato. In particolare:
- Lo stress – È il grande protagonista della pandemia, insieme alla paura di non sapere, non capire e non riuscire a prevedere. La produzione di cortisolo è aumentata, il riposo è peggiorato e la pelle ne ha pagato le conseguenze.
- La minore esposizione solare – L’esposizione ai raggi solari ben dosata e con le giuste protezioni, favorisce un microbioma cutaneo sano e stimola la produzione di vitamina D. In questo periodo di clausura forzata gli equilibri sono andati rompendosi, alterando la produzione ormonale e rendendo la pelle meno in salute.
- La cattiva alimentazione – Lo dobbiamo ammettere, in quarantena non siamo stati ligi alla dieta salutare e ci siamo concessi più junk food del normale. La cute ne ha pagato il prezzo, opacizzandosi e diventando più soggetta all’acne.
- Uno stile di vita sedentario – Il movimento aiuta l’organismo a stare in salute, migliorando la circolazione e l’ossigenazione dei tessuti. La sedentarietà invece è un danno l’organismo, mettendo anche a dura prova il sistema linfatico, che normalmente mantiene in equilibrio i fluidi corporei e sì, anche la pelle ne risente.
- L’aumento del consumo di alcol – Molti di noi si sono anche mostrati più indulgenti nei confronti degli alcolici durante l’isolamento. Con un conseguente aumento dell’infiammazione e della seborrea. E ancora una volta ad andarci di mezzo è stata l’epidermide.
Isoskin e mascherina
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La pelle da isolamento ha però un altro fattore di cui bisogna parlare, soprattutto adesso che la fase 2 è iniziata e stiamo ritornando ad uscire. Le classiche mascherine protettive sono indispensabili per proteggere noi stessi e gli altri, se correttamente usate, ma sono anche un tappo che impedisce alla pelle di respirare, favorendo la comparsa di brufoli e punti neri.
Di certo la soluzione non è evitare di usarla, ma di pulire la cute del viso quando torniamo a casa, in modo da eliminare ogni traccia di sporcizia, sebo e anche sudore. L’acqua micellare, un sapone a base di zolfo e maschere a base di argilla sono prodotti da tenere nel mobiletto del bagno e da usare per purificare la pelle.
In generale poi ricordiamoci di lavare le mascherine in stoffa regolarmente, per evitare che polvere e germi siano a contatto con la cute. Per il resto beviamo molta acqua, estratti di frutta e verdura fresche, facciamo meditazione per ridurre lo stress. Piccoli e semplici passi che fanno stare meglio noi e anche l’epidermide.
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