La bartonellosi, che deve il suo nome al batterio che la causa, è una malattia infettiva non grave che viene trasmessa all’uomo dai gatti. Questi ultimi non sviluppano i sintomi dell’infezione, che a sua volta viene contagiata loro da una pulce, ma attraverso graffi, o leccate, possono diventare veicolo di malattia per l’uomo.
Sono soprattutto i bambini che si ammalano della “malattia da graffio di gatto”, probabilmente perché il loro sistema immunitario è più debole, o forse perché, semplicemente, stanno più a contatto con i gatti, sia domestici che randagi.
Il batterio che provoca la bartonellosi si chiama Bartonella henselae, e come anticipato viene trasmesso al gatto da pulci infette. L’animale non si ammala, e pertanto è impossibile distinguere un gatto infetto da uno perfettamente sano. Ad ogni modo, se il bambino o l’adulto vengono graffiati da un felino che ospiti il germe patogeno, con tutta probabilità si infetteranno, manifestando i tipici sintomi della malattia, che sono seguenti:
La bartonellosi guarisce spontaneamente in 2-3 mesi, e non necessita, sebbene sia causata da un batterio, di cure antibiotiche. In genere, una volta scoperta l’origine dell’infezione, si procede ad un terapia volta solo a spegnere i sintomi, come la somministrazione di un antipiretico o medicinali per mal di testa e mal di gola.
Il riposo, comune, è la cura migliore. In casi molto rari la bartonellosi dà complicanze, come encefaliti, endocarditi o mieliti, in genere in persone immunodepresse. Per prevenire questa malattia, oltre a cercare di non avere contati con gatti randagi, è bene lavarsi semrpe le mani dopo aver giocato con il gatto di casa e, ogni tanto, sottoporlo al test PCR real-time per scoprire se sia portatore del germe. In caso di positività, l’animale dovrà esser sottoposto a terapia antibiotica.