La legge italiana sulla procreazione assistita tra ingiustizie e passi avanti
La legge italiana sulla procreazione assistita e i 15 anni dal referendum sulla Legge 40.
Sono passati 15 anni dal referendum della Legge 40, quella legge che voleva cancellare la procreazione medicalmente assistita e che è stata boicottata al punto da non raggiungere il quorum. È stato solo grazie alle battaglie legali delle singole coppie e al supporto delle associazioni che pian piano si sono fatti passi in avanti anche se il sogno di avere un bambino è ancora strettamente correlato al reddito.
Ad oggi ci sono ancora tante limitazioni, tanti diritti negati che costringono tante coppie e single ad andare all’estero per realizzare i propri sogni. In Italia c’è il divieto di accesso alle tecniche di fecondazione assistita per i single e le coppie dello stesso sesso, non si può fare gestazione per altri, ne usufruirne e c’è ancora la revoca del consenso al trasferimento degli embrioni in utero in ogni momento. Non si possono donare alla ricerca gli embrioni non idonei alla gravidanza e ci sono tante differenze tra le regioni tra i servizi a carico del Servizio Sanitario Nazionale e anche sulla qualità dei servizi offerti.
Grazie alla fecondazione assistita tante persone hanno potuto coronare il sogno di formare una famiglia, tanti bambini sono nati e con loro sono nati anche tante mamme e tanti papà. In questi 15 anni, grazie anche alle tante battaglie sostenute dall’Associazione Luca Coscioni sono stati fatti tanti passi in avanti, come la indagini cliniche diagnostiche sull’embrione e la fecondazione di più di 3 ovociti.
Una delle battaglie che si stanno combattendo adesso è eliminare il limite d’età per l’accesso ai trattamenti in regime di Servizio Sanitario Nazionale, per non far pesare così tanto le disuguaglianze economiche che ritardano anche l’accesso alle cure e alle possibilità. L’altra è la possibilità di avere la Diagnosi Genetica di Preimpianto che eliminerebbe tanti aborti, tanto dolore e sofferenza.
Queste sono battaglie che riguardano tutti, sono conquiste che non devono sostenere solo le coppie in cerca di figli ma tutti quanti. I diritti devono esserci e devono essere uguali per tutti, non si può andare a fortuna e sperare che vada bene. Bisogna avere tutele, diritti e possibilità concrete, senza discriminazioni legate al sesso o all’età.