La leucemia linfoblastica acuta negli adulti: sopravvivenza e cure sperimentali
La tipologia più aggressiva dei tumori del sangue è tornata alla ribalta con la storia di Tommaso Tori, il 22enne di Bologna per il quale si è mobilitata la solidarietà collettiva con una raccolta fondi e iniziative ad hoc.
La leucemia linfoblastica acuta è una delle forme maligne più rare ma più aggressive dei tumori del sangue e del midollo osseo: la sua incidenza è alta nei bambini e negli adolescenti, minore negli adulti per i quali però è maggiormente mortale, ed è caratterizzata da una particolare rapidità di sviluppo.
Si parla di leucemia linfoblastica acuta quando il midollo osseo inizia a produrre un crescente numero di globuli bianchi ed è quindi dallo stesso midollo che iniziano a svilupparsi le cellule tumorali: queste si affiancano ai globuli rossi e bianchi, rendendo difficile il controllo delle infezioni, l’assorbimento degli ematomi e la funzionalità del sistema immunitario. La piastrinopenia, ovvero la diminuzione delle piastrine, e l’anemia sono tra i sintomi principali: è comunque importante sottoporsi a tutti gli esami del sangue necessari per individuare la leucemia linfoblastica acuta, perché solitamente è asintomatica e solo nei casi in cui la malattia sia già in stadio avanzato possono presentarsi linfonodi gonfi (linfoadenopatie) e ingrossamento del fegato e della milza (epatosplenomegalia).
La sopravvivenza alla leucemia linfoblastica acuta a cinque anni, il periodo che viene chiamato “di recidiva”, è comunque aumentata: circa il 60% dei casi di LLA negli adulti e l’85% nei bambini si risolve grazie alle cure chemioterapiche o ai trapianti allogenici di midollo osseo da donatore famigliare (fratello o sorella) o da donatore non consanguineo. Se il trapianto di midollo viene effettuato nel periodo di remissione della malattia, aumentano la probabilità di guarigione definitiva, in quanto resta tuttora la terapia che offre le maggiori sicurezze per la sconfitta del tumore.
Della leucemia linfoblastica acuta negli adulti si è tornato a parlare in questi giorni per la storia di Tommaso Tori, il 22enne di Bologna che dopo la chemioterapia e le cure tradizionali effettuate al Sant’Orsola di Bologna avrà bisogno di circa 600mila dollari (450mila euro) per combattere la malattia con le nuove terapie sperimentali degli Stati Uniti. La cura sperimentale cui dovrà sottoporsi Tommaso si chiama “CART o T-cells” e
si basa sulla costruzione di cellule T geneticamente ingegnerizzate e stimolando il sistema immunitario, spinge le cellule T a riconoscere le celllule malate e cancerogene e mandare la malattia in remissione.
La colletta di fondi organizzata dalla famiglia e dagli amici di Tommy ha ottenuto una forte visibilità da parte dei media, col sindaco di Bologna Virginio Merola che si è impegnato in prima persona per la promozione e la sensibilizzazione. Al 15 Giugno, la raccolta fondi per Tommaso Tori ha raggiunto la cifra di 204mila dollari e l’interessamento di molte personalità dello spettacolo e della politica.
Via | AIL, Gifts For Tommaso