La ricerca della felicità, i consigli dello psichiatra per raggiungerla
Riflessione, curiosità e autocontrollo: ecco gli ingredienti di una vita felice
Cosa si cerca quando si ricerca la felicità? La risposta può cambiare molto a seconda di chi si sente porre la domanda. Basta guardare il video in apertura di questo post per averne una prova. C’è però qualcosa che sembra però accomunare la maggior parte delle persone, almeno qui in Italia. Infatti secondo dati recentemente diffusi da Eurostat gli italiani sono solo al 19mo posto della classifica del benessere nell’Eurozona. Ma perché la felicità è così rara? E come è possibile raggiungerla?
A cercare di spiegarcelo è Michele Cucchi, psichiatra e direttore sanitario del Centro Medico Santagostino di Milano, che punta il dito contro le responsabilità crescenti, lo stress lavorativo, i ritmi frenetici, il rispetto delle rigide convenzioni sociali e le aspettative sempre maggiori, a volte addirittura insostenibili.
In questo contesto
spiega Cucchi
s’innestano anche la paura di perdere il controllo e alcune forme di squilibrio neurobiologico, che intervengono a peggiorare la situazione.
Viviamo essenzialmente in una società che genera ansia. Un lavoro, un esame, l’arrivo di un figlio, un matrimonio, l’amore, una novità, un viaggio, tutto può diventare motivo d’ansia o, come auspicabile in questi tempi difficili, essere vissuto con ottimismo e naturalezza. Sembra un paradosso, ma così come è migliorata la qualità della vita, sono aumentati anche i motivi per sentirci fragili e soffrire d’ansia.
I suoi consigli per battere l’ansia ed essere felici affondano le radici nella necessità di riflessione, curiosità e autocontrollo.
Non siamo più in grado di avere un rapporto sano con il tempo
sottolinea lo psichiatra.
Viviamo nell’epoca dell’urgenza, della incapacità a trovare il tempo per le cose importanti, viviamo nella fretta, ci perdiamo tutto vivendo nel domani trascurando l’adesso. Siamo in grado di scegliere di cambiare? Abbiamo tempo per la riflessione? La riflessione è una delle basi verso la felicità, passando attraverso la saggezza, la consapevolezza, la comprensione.
Per quanto riguarda, invece, la curiosità, Cucchi sottolinea come si debba trattare di una curiosità nel mondo reale, non quella dettata dai social network.
In un mondo social non troviamo motivazioni e modi per la condivisione, questo ci impedisce di capire l’altro, che alla fine è un diverso, vivendo esperienze sempre un po’ distanti dalla nostra. Se non condividiamo non capiremo mai veramente l’altro, non ci avvicineremo mai veramente al suo mondo e lui al nostro. Come tornare a condividere? Come si può uscire dal mondo social “in contatto” ed entrare nel mondo della reale empatia da vivere insieme? La chiave di volta è la curiosità che ci spinge ad ascoltare e a guardare l’altro come un mondo da esplorare pieno di ricchezza, non come una minaccia con cui tipicamente avvertiamo il diverso. In questo modo eviteremo di finire di essere soli ma social.
La nostra società
conclude Cucchi
è una struttura assolutamente evoluta, ma non sempre evoluzione è sinonimo di armonia, equilibrio, benessere. Abbiamo creato mostruosi circoli viziosi che ormai sfuggono al nostro controllo: lavoriamo troppo per stare meglio ma finiamo per stare peggio, siamo stressati, vittime dell’ansia, non riusciamo quasi mai a essere felici. Ma cosa vogliamo veramente? Per cosa lottiamo? Siamo convinti di essere sulla buona strada verso la nostra felicità?
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