
Una riforma del sistema alimentare nel Regno Unito potrebbe rappresentare una soluzione efficace per affrontare le problematiche legate all’ambiente e alla salute. Nel 2025, il paese si trova ad affrontare preoccupanti tassi di obesità e malattie correlate, frutto di un consumo eccessivo di cibo di bassa qualità, che comporta gravi conseguenze sia per la salute pubblica che per l’ecosistema. Tre docenti dell’Università di Reading hanno recentemente presentato un rapporto di oltre cento pagine, intitolato Strumenti regolatori per una dieta sana e sostenibile, supportato da oltre ottocento riferimenti bibliografici, evidenziando la necessità di un cambiamento radicale nel sistema alimentare.
Le raccomandazioni degli esperti indicano che è fondamentale introdurre leggi vincolanti che stabiliscano obblighi e limiti, poiché le strategie basate su impegni volontari non hanno prodotto risultati soddisfacenti. Gli autori del rapporto sostengono che è giunto il momento di adottare misure legislative per garantire un’alimentazione più sana e sostenibile per tutti i cittadini.
Riforma del sistema alimentare
Le proposte contenute nel rapporto si concentrano su vari aspetti della filiera alimentare, dalla produzione alla comunicazione con i consumatori. Le indicazioni riguardano la promozione di diete più salutari, l’ottimizzazione del packaging e delle etichette, l’impegno a ridurre le emissioni e limitare lo spreco alimentare, oltre a garantire il benessere animale. Le raccomandazioni sono formulate in un linguaggio accessibile, affinché possano essere comprese da tutti.
Tra le misure suggerite, si evidenzia il successo della tassa sulle bevande zuccherate, introdotta nel 2018, che ha portato a una diminuzione del 44% nel consumo di queste bevande. Gli autori propongono di estendere questa tassa a tutti gli alimenti industriali per ridurre la quantità di zuccheri aggiunti in prodotti come yogurt, cereali, snack e dolci. Analogamente, si suggerisce di introdurre normative per limitare il sale negli alimenti.
Inoltre, si raccomanda di stabilire obiettivi di consumo di carne, con iniziative dedicate a migliorare sia la salute pubblica che l’impatto ambientale. I produttori dovrebbero essere obbligati a utilizzare sistemi di etichettatura chiari, come il semaforo nutrizionale o il Nutri-Score, per consentire ai consumatori di comprendere immediatamente la qualità degli alimenti e il loro impatto ecologico. Infine, si propone di vietare o regolare severamente la pubblicità di alimenti poco salutari, in particolare per i minori.
Impatto ambientale della riforma
Il rapporto affronta anche l’importante questione dell’impatto ambientale dell’agricoltura e dell’allevamento. Gli autori suggeriscono di stabilire obiettivi specifici per le emissioni nel settore agricolo, imponendo obblighi ai produttori. È fondamentale includere le aziende zootecniche nel sistema di permessi ambientali, affinché tutte le realtà produttive contribuiscano a una riduzione dell’impatto ambientale.
I produttori di grandi dimensioni dovrebbero rendere pubbliche le quantità di cibo non sano venduto, per garantire trasparenza e responsabilità. Per proteggere i più giovani, si raccomanda di vietare l’uso di mascotte e campagne pubblicitarie rivolte ai minorenni. Il rapporto include anche riferimenti ai limiti di pesticidi, alle modalità di confezionamento e alla necessità di investimenti governativi per supportare la transizione verso pratiche più sostenibili.
Successo della riforma in Messico
Un esempio di successo nella riforma alimentare arriva dal Messico, dove nel 2020 è stato introdotto un sistema di segnalazione con bollini neri per indicare il contenuto di zuccheri, sale, grassi saturi e caffeina nei prodotti alimentari. Un recente studio ha dimostrato che, in soli quattro anni, molte aziende hanno riformulato i loro prodotti per evitare il bollino nero.
I ricercatori dell’Università Colonia Santa Maria di Cuernavaca hanno analizzato i dati di circa mille alimenti industriali, rappresentativi del 60% del mercato. I risultati mostrano che, dopo l’introduzione della legge, la percentuale di alimenti con bollino nero è scesa dal 77,8% al 52,6%. Le modifiche agli ingredienti sono state significative, con una riduzione del sale nel pane e nei cereali del 63% e dei grassi saturi negli snack salati del 26,3%.
I risultati confermano l’efficacia delle misure adottate, suggerendo che un approccio rigoroso e ben strutturato può portare a cambiamenti significativi nel settore alimentare, un esempio che potrebbe ispirare il Regno Unito nel suo percorso verso una riforma alimentare sostenibile.