
La recente ricerca condotta da un team di scienziati italiani del MD Anderson Cancer Center in Texas, pubblicata il 5 marzo 2025 su Nature, ha messo in luce due concetti fondamentali nel campo dell’oncologia: plasticità ed eterogeneità. I ricercatori, tra cui i professori Giampaolo Tortora e Alessandro Sgambato dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, hanno scoperto che alcune cellule tumorali possono subire una trasformazione che le rende più aggressive e capaci di sfuggire ai meccanismi di controllo del corpo. Questa scoperta, sebbene allarmante, offre anche la possibilità di intervenire precocemente per contrastare tali cambiamenti.
Le cellule tumorali e la loro aggressività
I tumori si classificano principalmente in due categorie: i carcinomi, che rappresentano l’80-90% dei casi di cancro e derivano dalle cellule epiteliali, e i sarcomi, che originano dai tessuti connettivi come ossa e muscoli. Tuttavia, la complessità della biologia tumorale si manifesta nel fatto che le cellule tumorali accumulano mutazioni costantemente. In particolari forme di cancro, come quello del pancreas, alcune delle mutazioni risultano più simili a quelle delle cellule mesenchimali che a quelle delle cellule epiteliali, complicando ulteriormente il quadro clinico.
Questo fenomeno è noto come epitelial mesenchimal transition (EMT), un processo che trasforma le cellule epiteliali in cellule mesenchimali, conferendo loro un comportamento più aggressivo e la capacità di eludere i meccanismi di controllo. Gli esperti avvertono che questa transizione è cruciale per comprendere come i tumori possano progredire e diffondersi nel corpo.
Le alterazioni del DNA e il loro impatto
Il professor Giampaolo Tortora, che dirige il Comprehensive Cancer Center di Fondazione Policlinico Gemelli IRCCS, spiega che la presenza di una componente mesenchimale in un adenocarcinoma porta a un comportamento più aggressivo della neoplasia. Questo processo è accompagnato da alterazioni macroscopiche nel DNA, che possono sfociare in un fenomeno noto come ‘cromotripsi’, dove i cromosomi si frammentano e si ricompongono in modo disordinato. Tali cambiamenti non solo aumentano l’aggressività delle cellule tumorali, ma alterano anche profondamente il loro comportamento.
Il professor Tortora sottolinea che questa scoperta infrange il paradigma tradizionale secondo cui il genotipo determina il fenotipo. In questo caso, le caratteristiche delle cellule tumorali sono influenzate dal microambiente tumorale, che determina modifiche radicali nel DNA. Così, il fenotipo inizia a influenzare il genotipo, creando un ciclo di mutazioni e adattamenti che complicano ulteriormente il trattamento.
Implicazioni pratiche della ricerca
Le scoperte emerse dallo studio pubblicato su Nature hanno importanti implicazioni pratiche. Il professor Tortora evidenzia la possibilità di identificare biomarcatori che consentano di riconoscere e affrontare la plasticità delle cellule tumorali. Questa capacità di intercettare i cambiamenti cellulari potrebbe portare a interventi terapeutici tempestivi e mirati, modificando le strategie di trattamento in base alla risposta del tumore.
Particolarmente significativa è la transizione epitelio-mesenchimale nei tumori del pancreas, un tipo di cancro noto per la sua aggressività e resistenza ai trattamenti. La ricerca potrebbe non solo migliorare la comprensione di questo specifico tumore, ma anche fornire spunti per affrontare altre neoplasie in cui la EMT gioca un ruolo cruciale.
La resistenza del tumore ‘plastico’
I meccanismi di plasticità cellulare sono fondamentali anche per la metastatizzazione, in quanto un tumore che si adatta e diventa ‘plastico’ è più capace di invadere nuovi tessuti e resistere ai trattamenti. Il professor Tortora conclude che questi meccanismi potrebbero diventare bersagli terapeutici in futuro, contribuendo a migliorare la diagnosi e il monitoraggio della risposta alle terapie.
La ricerca rappresenta un passo avanti nella lotta contro il cancro, evidenziando la necessità di approcci innovativi e personalizzati per affrontare la complessità dei tumori, in particolare quelli più aggressivi come il carcinoma pancreatico.