Negli ultimi giorni, la questione riguardante la riduzione dell’IVA sulle ostriche ha generato un intenso dibattito sia nei media che sui social network, rivelando una conoscenza limitata della filiera ittica in Italia. Attualmente, l’ostrica è l’unico mollusco bivalve soggetto a un’IVA del 22%, mentre altri molluschi come cozze e vongole, oltre ai pesci, beneficiano di un’IVA ridotta al 10%. Questa disparità crea un’ingiustizia fiscale che colpisce i consumatori, traducendosi in prezzi più elevati per le ostriche nei mercati.
Diverse figure istituzionali, tra cui il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, e il Commissario straordinario per l’emergenza granchio blu, Enrico Caterino, insieme a numerose associazioni di categoria, hanno avviato discussioni per uniformare la tassazione delle ostriche a quella degli altri molluschi. Questa iniziativa è particolarmente urgente, considerando la crisi che affligge il settore, aggravata dalla presenza del granchio blu, che ha avuto un impatto devastante sulle produzioni di vongole e cozze. Le conseguenze di questa invasione hanno portato a un significativo abbandono dell’attività, con oltre il 30% degli operatori che hanno smesso di lavorare nei siti più colpiti, come Polesine e Goro.
L’incontro tenutosi il 4 marzo 2025 al Senato, descritto da alcuni media come una semplice degustazione, aveva come obiettivo principale quello di sensibilizzare il governo e l’opinione pubblica su un tema cruciale. In Italia, la produzione di ostriche è attualmente limitata, con una domanda che supera nettamente l’offerta, costringendo a un’importazione di circa il 90%, principalmente dalla Francia.
Negli ultimi anni, l’ostricoltura ha cominciato a suscitare un maggiore interesse. È fondamentale promuovere una collaborazione tra istituzioni, produttori e consumatori per garantire la sostenibilità del settore. La questione della tassazione non è solo di natura economica, ma rappresenta anche un’opportunità per diversificare la produzione attuale dei molluschicoltori. Tale diversificazione è essenziale per mantenere in vita il settore, incentivare la produzione di ostriche italiane e contribuire allo sviluppo della filiera.
La situazione attuale richiede un intervento coordinato e strategico, volto a favorire non solo la riduzione dell’IVA, ma anche a promuovere l’ostricoltura locale, garantendo così un futuro più sostenibile e competitivo per i produttori italiani.