L’Aspirina è davvero efficace contro il cancro? I medici di famiglia dicono di sì
Assunta regolarmente per ridurre il rischio cardiovascolare, l'aspirina protegge anche dall'insorgenza di diversi tipi di tumore
L’effetto protettivo dell’aspirina nei confronti del cancro è al centro del dibattito scientifico ormai da tempo. Alcuni studi hanno evidenziato una riduzione della comparsa di alcune forme tumorali, come quelle all’intestino e alla pelle, associabile proprio all’assunzione di questo noto farmaco. Oggi anche i medici di famiglia si schierano a favore dell’ipotesi della reale esistenza di questo effetto protettivo.
Gli esperti ne hanno parlato in occasione del 30mo Congresso della Società Italiana di medicina Generale di Firenze (SIMG), durante il quale sono stati discussi i risultati di un’analisi pubblicata sulla prestigiosa rivista Lancet. Prendendo in considerazione 8 diversi studi gli che in totale hanno coinvolto più di 23 mila pazienti che assumevano l’aspirina per prevenire eventi cardiovascolari gli autori dell’analisi hanno dimostrato che il trattamento è associato a una riduzione del 34% della mortalità per tumori dopo 5 anni e del 20% dopo 20 anni.
Recentemente numerose ricerche hanno ipotizzato che nella scelta dell’utilizzo dell’aspirina, soprattutto in chi non ha mai avuto eventi cardiovascolari, debbano essere considerati anche i potenziali benefici che potrebbero derivare in ambiti patologici apparentemente distanti da quello delle malattie cardiovascolari
ha commentato Claudio Cricelli, presidente SIMG.
Se, in precedenza, il miglioramento della prognosi era limitato a pazienti con tumore del colon-retto, oggi questi dati estendono i benefici ad altri tipi di cancro, agli adenocarcinomi in generale.
In altre parole, le potenzialità dell’aspirina supererebbero addirittura quelle inizialmente ipotizzate.
La necessità di un periodo di latenza prima che l’effetto protettivo dell’aspirina cominci ad estrinsecarsi indica una possibile interferenza del farmaco con i meccanismi di cancerogenesi
ha spiegato Cricelli.
Sulla base di queste ricerche, nell’elenco dei fattori che dovrebbero essere presi in considerazione nel calcolo beneficio/rischio di una terapia preventiva cardiovascolare con aspirina a bassa dose, è necessario annoverare anche gli effetti positivi aggiuntivi in termini di riduzione della mortalità per cancro, oltre al calo dell’incidenza delle metastasi.
Attualmente l’aspirina, nella sua forma più nota con il nome di cardioaspirina, è già assunta regolarmente da moltissimi pazienti ad elevato rischio di eventi cardiovascolari.