Le nuove frontiere del gusto
Vi siete mai chiesti come mai alcuni di noi apprezzano maggiormente alcuni cibi che magari ad altri non piacciono per niente? A me è una cosa che ha sempre interessato ed è stato ancora più interessante capire che questa oggettività del gusto ha delle basi scientifiche. Da tempo è noto ormai che la percezione dei […]
Vi siete mai chiesti come mai alcuni di noi apprezzano maggiormente alcuni cibi che magari ad altri non piacciono per niente? A me è una cosa che ha sempre interessato ed è stato ancora più interessante capire che questa oggettività del gusto ha delle basi scientifiche. Da tempo è noto ormai che la percezione dei vari sapori dipende dalle varie zone in cui è immaginariamente divisa la nostra lingua.
Con l’evolversi della società poi, alcune tipologie di gusto sono anche andate a mutare: chi avrebbe scommesso qualcosa, 20 o 30 anni fa, sull’utilizzo del pesce crudo nella cucltura italiana? Ci si abitua sempre di più a nuovi sapori: il cibo può essere considerato la risultante di aspetti legati all’attualità culturale, ma anche alla storia e all’antropologia.
E nonostante questo periodo di crisi nera, il cibo rimane sempre l’elemento su cui meno si risparmia; basta pensare all’aumento del cibo biologico, che seppur nettamente più caro, è sempre in aumento. O ancora ai mercatini rionali, sempre più in voga e ai farmers market, cioè piccoli mercati di tipologia rurale, in cui si passa direttamente dal produttore all’acquirente.
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