Benessereblog Benessere Le regole dei cosmetici naturali e biologici a SANA 2013

Le regole dei cosmetici naturali e biologici a SANA 2013

Non esiste una normativa specifica per la cosmesi bio e naturale, ma gli operatori del settore chiedono (e propongono) standard ben precisi unificati a quelli dell'agroalimentare biologico

Le regole dei cosmetici naturali e biologici a SANA 2013

Quali sono le norme che regolano il mercato dei cosmetici naturali e biologici? Ufficialmente, le stesse che controllano produzione e vendita di qualsiasi altro cosmetico, nonostante siano gli stessi esperti del settore bio a sottolineare la necessità di standard specifici e univoci cui fare riferimento. E’ questo il quadro emerso dagli incontri e dai dibattiti che hanno animato SANA 2013, l’evento dedicato al mondo del naturale e del biologico che si è svolto nei giorni scorsi a Bologna.

Diversamente da quanto accade nel settore agroalimentare, nella cosmesi i prodotti biologici non devono rispondere a caratteristiche imposte a livello nazionale o europeo. Né, tantomeno, le autorità competenti hanno legiferato sui prodotti che si definiscono naturali. Semplicemente, la produzione dei cosmetici naturali e bio è controllata dal Regolamento europeo sui cosmetici, in vigore a tutti gli effetti dallo scorso 11 luglio, che specifica:

  • le sostanze vietate, indicate in un apposito elenco;
  • la lista delle sostanze che non possono essere contenute nei cosmetici tranne che in determinati limiti e condizioni;
  • l’elenco dei coloranti e dei conservanti che possono essere presenti;
  • l’elenco dei filtri Uv che possono essere utilizzati;
  • che tutti i prodotti siano registrati su un portale specifico;
  • che tutti i prodotti siano corredati di un product information file.

Insomma, il settore cosmetico non è affatto deregolamentato, ma ciò che manca sono delle norme specifiche riconosciute a livello nazionale ed europeo per poter definire un prodotto naturale oppure bio.

Noi riteniamo che serva uno standard unico e se è pubblico e meglio

ha sottolineato Fabrizio Piva, Amministratore delegato di CCPB srl, organismo di certificazione e controllo dei prodotti agroalimentari e “no food” del settore biologica ed eco-compatibile, secondo cui se il cosmetico biologico fosse obbligato a rispettare una serie di standard già propri del settore agroalimentare bio potrebbe entrare nel mercato con una maggiore credibilità.

Standard significa regole, comportamenti, specifiche di prodotto, significa saper capire quali sono i punti di riferimento, significa identificazione del prodotto e rintracciabilità, significa standard di processo, non si può limitare alla lettura dell’etichetta

ha precisato Piva.

È una lista positiva degli ingredienti e degli additivi ammessi. Ci devono essere regole chiare e univoche per l’etichettatura del prodotto.

Come può il consumatore, in questa situazione, essere sicuro che il prodotto acquistato corrisponda alle sue aspettative in quanto a origine naturale, salubrità, sostenibilità ed eco-compatibilità? In suo aiuto arrivano i marchi di certificazione biologica rilasciati da enti come CCPB, che consente l’utilizzo del suo logo solo se:

  • il 95% degli ingredienti è naturale;
  • il 95% ingredienti naturali è bio;
  • i conservanti appartengono a una lista molto ristretta, formata soprattutto da sostanze di origine naturale;
  • il prodotto contiene al massimo il 5% di sostanze di sintesi;
  • non sono state utilizzate radiazioni ionizzanti o ogm;
  • sono stati utilizzati al massimo i processi chimici specificati in un apposito elenco;
  • il prodotto contiene solo profumi e aromi naturali;
  • il prodotto contiene al massimo ingredienti di origine animale il cui uso non ha comportato nessuna sofferenza per gli animali;
  • il prodotto risponde a limitazioni riguardanti gli imballaggi.

Questo standard è stato elaborato prendendo spunto da quelli imposti all’agroalimentare biologico. Il suo obiettivo, oltre a quello di garantire un acquisto sicuro, è anche la sostenibilità ambientale, un tema molto spesso caro non solo agli operatori del settore, ma anche ai consumatori che fanno del biologico la propria scelta quotidiana.

Foto | @si.sol.

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