Le Susine Pelate: storie di vita e di cancro di cinque ragazze
Le Susine Pelate, la storia di Ilaria, Claudia, Federica, Giulia "Grande" e Giulia, cinque ragazze che combattono contro tumori rari
Si chiamano Ilaria, Claudia, Federica, Giulia “Grande” e Giulia e insieme sono le Susine Pelate, cinque ragazze alle prese con dei tumori rari. Si sono conosciute all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, dove vanno per fare la chemioterapia e dove, a volte/spesso, sono ricoverate.
Una sera di ottobre si sono ritrovate tutte in ospedale, ricoverate dopo la chemio, e hanno deciso di aprire un account su Instagram. Una pagina in comune, tutte insieme, per raccontare cosa vuol dire avere un cancro, una diagnosi di cancro raro e con terapie da provare. Per far capire a tutti cosa significa avere un cancro nel bel mezzo di una pandemia.
Il loro approccio è scherzoso, amichevole e simpatico, tra una risata e una foto buffa però c’è anche molta serietà, tanta sofferenza, moltissimi sacrifici e rinunce. Condividono le loro storie prima del tumore, ma anche le diagnosi e i percorsi di cura che stanno percorrendo.
Spiegano qualche trucchetto per arginare gli effetti collaterali della chemioterapia. Come dicono loro, certe cose i medici non possono spiegartele, solo chi ci è passato sa che dopo i pasti è utile fare i lavaggi con il bicarbonato. Ma anche che le caramelle alla liquirizia fanno passare il gusto di ferro dalla bocca dopo la chemio.
Queste ragazze voglio condividere spensieratezza ma anche la dura realtà. Ogni giorno raccontano un po’ delle loro vite e offrono aiuto e sostegno a chi si è appena affacciato sulla strada del cancro.
Ilaria, 24 anni, ha raccontato: [quote layout=”big” cite=”Ilaria]“Tutto è iniziato con molta spontaneità. Volevamo sia condividere un po’ di spensieratezza, sia dare un supporto a chi sta vivendo il nostro stesso problema. Non ci aspettavamo tutto questo successo”.
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[quote layout=”big” cite=”Susine Pelate]”Avere un tumore in pieno periodo Covid- 19 significa affrontare tutto da soli. I famigliari e gli amici ti accompagnano all’ospedale. Poi, però, non possono entrare. A fare la chemioterapia sei solo con te stesso. Per questo sono grata di aver trovato una famiglia in reparto”.[/quote]
via | vanityfair