L’epatite E è grave? Le cause, i rischi e la terapia
L’Epatite E è molto simile all’Epatite A ed è un’infezione acuta, ma non cronica, che colpisce il fegato.
L’epatite E è un’infezione causata dal virus HEV (che sta per Hepatitis E Virus) e può essere grave. Si tratta di una malattia abbastanza rara in Italia, ma molto diffusa nei Paesi in via di Sviluppo dove è difficile trovare acqua potabile e spesso le condizioni igieniche scarseggiano. Chi colpisce? Le persone particolarmente a rischio sono giovani, tra i 15 e i 40 anni. Devono fare quindi attenzione i turisti o chi si reca per lavoro in Asia del Sud, in Africa e anche in alcune zone dell’America Latina.
L’epatite E è particolarmente pericolosa nelle donne in gravidanza, soprattutto nel corso del terzo trimestre. Quali sono i sintomi? Febbre, stanchezza, dolore addominale, nausea, vomito, urine scure, colpendo il fegato, si manifesta spesso l’ittero. Nella maggior parte dei casi si risolve abbastanza in fretta e non lascia conseguenze. Il rischio maggiore però è quello di compromettere la funzionalità epatica.
Quali sono le terapie? Se la situazione non è grave, non è previsto il ricovero e soprattutto non esiste una terapia specifica. Per questo motivo, la miglior difesa resta la prevenzione. Si può diagnosticare con un esame del sangue e delle feci per verificare la presenza degli anticorpi per l’HEV o per l’HEV-RNA ed è allo studio la formulazione di un vaccino.
Ha un periodo di incubazione molto lungo: dal contagio, la malattia si può manifestare dopo circa 9 settimane. Come si previene? Bisogna fare molta attenzione all’acqua, che deve essere potabile e disinfettata (fatela bollire almeno 10 minuti anche per lavarvi i denti), poi vanno sciacquate abbondantemente la verdura e la frutta, la carne e il pesce deve sempre essere ben cotto.
Via | Cura il Fegato e My Personal Trainer
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