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L’epilessia non porta all’omicidio, cade l’ipotesi sul caso Scazzi-Misseri

Dopo le dichiarazioni della criminologa Sacchi a “La vita in diretta”, la Lice insorge indignata: durante le crisi epilettiche non è possibile mettere in atto comportamenti violenti

L’epilessia non porta all’omicidio, cade l’ipotesi sul caso Scazzi-Misseri

E’ la scienza a dirlo: l’epilessia non può spingere all’omicidio. Cade, così, nel vuoto l’ipotesi formulata dalla criminologa Roberta Sacchi durante la puntata del 18 aprile della trasmissione di Rai Uno “La vita in diretta”: Michele Misseri potrebbe aver ucciso la nipote Sarah Scazzi perdendo il lume della ragione durante una crisi epilettica. A smentire categoricamente queta teoria sono, invece, gli specialisti della diagnosi e della terapia di questa malattia, riuniti sotto la bandiera della Lega Italiana contro l’Epilessia (Lice).

Indignata dalle affermazioni di Sacchi, la Lice ha emanato una nota stampa in cui ha sottolineato che

le dichiarazioni della criminologa nel corso della trasmissione, che appaiono espressione di convinzioni antiquate e del tutto superate in ambito scientifico, non fanno che alimentare la disinformazione ed il pregiudizio sociale nei confronti delle persone con epilessia.

La Lice racconta con preoccupazione le reazioni delle famiglie che devono convivere con questa malattia.

Queste affermazioni, del tutto gratuite e pericolose, hanno creato sconcerto in migliaia di persone con epilessia che hanno tempestato di telefonate la nostra società ed hanno postato ogni tipo di commento sui nostri siti, chiedendoci di intervenire per replicare a ipotesi sconsiderate e del tutto prive di fondamento scientifico.

Per farlo, la Lega ha ricordato che durante una crisi epilettica non è possibile eseguire

azioni complesse e concatenate in una ben precisa successione temporale

come quelle che sarebbero necessarie per uccidere una persona. Allo stesso tempo, l’epilessia non può causare di per sé dei comportamenti criminosi.

La stessa Società Italiana di Criminologia ha sentito il dovere di un chiarimento sull’assoluta destituzione di fondamento del rapporto fra epilessia e crimine

prosegue il comunicato.

La più qualificata letteratura scientifica nazionale ed internazionale escludono un ruolo significativo dell’epilessia nella commissione di comportamenti violenti. Non vi sono dati scientifici che confermino l’ipotesi che l’epilessia costituisca fattore di rischio di comportamenti violenti.

Ecco perché

conclude la Lice

non possiamo che stigmatizzare l’atteggiamento, purtroppo consueto, che professionisti di varia estrazione hanno nei confronti dell’epilessia, avvicinandola al disturbo mentale ed al comportamento deviante.

Per rimediare al danno associato alla trasmissione da parte di un programma di una rete del servizio pubblico seguito da milioni di telespettatori, che

vanifica gli sforzi che la LICE e le Associazioni delle persone con epilessia, in tutto il mondo, portano avanti da anni per “fare luce” su questa malattia e cercare di sconfiggere il pregiudizio e la discriminazione

l’associazione chiede alla rete televisiva di indossare la “lettera scarlatta” almeno per la Giornata Nazionale per l’Epilesia, prevista per il prossimo 5 maggio, cui chiede venga dato il meritato risalto.

Via | Comunicato stampa
Foto | © TMNews

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