Leucemia, nuova terapia per il rigetto
Ridurre le complicanze del trapianto ed evitare il rigetto. È un primo passo importante verso una nuova terapia della leucemia.
Il principale rischio dopo il trapianto è il rigetto. Malattie come la leucemia vengono curate ovviamente con i trapianti (di midollo o sangue periferico). L’unico modo per rendere più efficaci queste terapie è cercare di ridurre le complicanze. Per questo motivo Nicolaus Kroger di Amburgo, Carlos Solanos di Valencia e la dottoressa italiana Francesca Bonifazi, camice bianco al Sant’Orsola di Bologna, hanno studiato (negli ultimi 10 anni) una terapia per abbattere i rischi:
Durante il ciclo di chemioterapia che precede il trapianto viene iniettato nel paziente un siero. Un farmaco che “intontisce” i linfociti del donatore. In questo modo si ottengono due risultati: i linfociti combattono lo stesso la leucemia ma non attaccano gli organi sani.
Ha raccontato a Repubblica la dottoressa. Il rischio principale infatti era evitare che il sistema immunitario si fermasse: il trapianto altrimenti non servirebbe più a nulla. Se, invece, i linfociti vengono usati secondo le esigenze dei medici, con un farmaco che è in grado di bilanciarne e condizionarne l’azione, i risultati sono ben altri.