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Linfonodi pelvici ingrossati: i sintomi, le cause e le cure

Quali sono sintomi, cause e cure dei linfonodi pelvici che appaiono ingrossati e arrossati

Linfonodi pelvici ingrossati: i sintomi, le cause e le cure

I linfonodi pelvici ingrossati generalmente sono causa causati da un’infezione o da un’infiammazione in corso, che possono essere state scatenate da diversi fattori. La linfoadenopatia preoccupa sempre molto chi ne soffre, anche se i medici ricordano che, nella maggior parte dei casi, si tratta di problemi facilmente risolvibili e solo nella minore casistica di tumori in corso.

La probabilità che l’ingrossamento dei noduli linfatici sia stata causata da un tumore è al di sotto dell’1 per cento e nei bambini le probabilità si abbassano ancora di più. I linfonodi pelvici, come tutti gli altri, aumentano di volume a causa di una produzione maggiore di linfociti, causata a sua volta da un processo flogistico in cosro o da cellule neoplastiche, in caso di tumori e leucemie.

L’ingrossamento dei linfonodi pelvici può essere benigna se l’aumento di volume non ha implicazioni neoplastiche, maligna se è causato da infiltrazioni di cellule neoplastiche. In caso di aumento di volume dei linfonodi addominali o pelvici, si potrebbe trattare di infezioni batteriche localizzate in corso, ma anche di linfomi.

Se si scoprono i linfonodi pelvici ingrossati, l’importante è non allarmarsi subito. Bisogna aspettare qualche giorno per verificare se il volume rimane stabile, aumenta o diminuisce: nel caso non regredisse o aumentasse, se risultasse doloroso al tatto e non mobile, allora meglio consultare il vostro medico. Il dottore, tramite una visita medica accurata, nella quale dovrete avere cura di raccontare tutti i sintomi legati anche ad altri disturbi avuti nello stesso periodo dell’ingrossamento del linfonodo, ma anche attraverso altri sistemi diagnostici, saprà consigliarvi la cura giusta.

Oviamente in caso di linfonodi pelvici ingrossati la terapia non è una sola, ma varia a seconda della causa scatenante: se si tratta di infezione virale, dopo qualche giorno la tumefazione si ridurrà da sola, mentre in caso di infezione batterica sarà il caso di prendere un antibiotico. Infine, in caso di ingrossamento per neoplasia, il paziente dovrà essere sottoposto a chemioterapia, radioterapia o persino rimozione chirurgica del linfonodo tumefatto.

Foto | Flickr

Via | Medicina 360

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