L’obesità è una questione di stile di vita più che di geni
Il grasso corporeo non è sempre una questione genetica. Anzi, i geni hanno responsabilità pari al 5 percento circa.
L’obesità dipende dallo stile di vita e dall’ambiente in cui si vive più che dai geni. Questo è quanto è emerso da uno studio Centro della Complessità e i Biosistemi (CC&B) dell’Università di Milano condotto sui gemelli. Il contributo genetico vale al massimo il 5%, tutto il resto si può attribuire a fattori ambientali e allo stile di vita delle persone.
“In uno studio precedente avevamo identificato una serie di 38 geni la cui attivazione è correlata con diverse caratteristiche associate all’obesità: infiammazioni, cancro, disturbi della riproduzione e dell’umore. Abbiamo quindi cercato di capire se questa sorta di firma genetica potesse aiutarci a indagare il ruolo che i nostri geni giocano nello sviluppo dell’obesità”.
Ha commentato Francesc Font-Clos, ricercatore al CC&B e autore principale dello studio. Su più di 600 campioni è stato effettuato un confronto tra una lista di geni e le variazioni di indice di massa corporea. I risultati delle analisi hanno rivelato che la firma genetica dell’obesità è correlata sia all’indice di massa corporea sia alla massa grassa. In particolare, i ricercatori del CC&B hanno scoperto che nei gemelli monozigoti le differenze nell’attivazione di questa firma genetica non sono dovute al loro genoma, che è identico, ma alle variazioni nella massa corporea.
Che cosa vuol dire? Significa che non è il genoma a provocare l’insorgenza dell’obesità ma che è quest’ultima – provocata da fattori ambientali e stili di vita – ad attivare alcuni geni a loro volta implicati in processi come l’infiammazione o i disturbi dell’umore.