Si definisce lombosciatalgia il dolore che colpisce la regione lombare e sacrale (tipico della lombalgia), nel momento in cui questo si diffonde agli arti inferiori. I sintomi della lombosciatalgia – specie quando è acuta – possono risultare insopportabili. Fortunatamente, eseguendo determinati esercizi – i migliori rimedi naturali – ed assumendo determinati farmaci, l’emergenza può rientrare senza ulteriori conseguenze. Vediamo quali sono le cause, quali le cure e gli esercizi consigliati dagli esperti per combattere tale patologia.
Con il termine lombosciatalgia si intende una radicolopatia lombare che provoca dolore nella parte bassa della schiena e lungo una gamba, arrivando fino al piede. E’ la classica sciatica, causata da una compressione o dall’infiammazione del nervo sciatico o ischiatico. Tale dolore, colpisce la zona lombare della schiena, quindi la parte bassa subito al di sopra dei glutei. Essa è da considerarsi un sintomo e non una vera e propria patologia: alla sua base ci sono infatti sempre altre condizioni mediche.
A differenza della lombalgia, la lombosciatalgia interessa anche il nervo sciatico. Nella lombosciatalgia il dolore si estende a un arto inferiore, solitamente al di sotto del ginocchio e spesso il dolore alla gamba interessata è più acuto di quello della zona lombare. Che differenza c’è tra sciatalgia e lombosciatalgia, invece? Nessuna: la lombosciatalgia è chiamata anche sciatica o sciatalgia lombare.
La diagnosi può essere effettuata tramite esame fisico condotto nell’ambito di una visita medica. In questa sede il medico può valutare la forza muscolare ed i riflessi chiedendo al paziente di camminare sulle punte dei piedi, sui talloni, etc, ovvero in condizioni che, in caso di sciatica, provocherebbero e/o aumenterebbero il dolore. Successivamente, la lombosciatalgia può essere confermata da determinati esami medici che i professionisti in genere prescrivono solo quando il dolore è importante o solo quando non si sono verificati miglioramenti. Si tratta di radiografia della colonna vertebrale, risonanza magnetica, TAC o elettromiografia.
Tale disturbo può essere monolaterale (più frequente) o bilaterale, e colpire dunque entrambi i lati. Le cause della lombosciatalgia possono essere diverse, a cominciare dalla tendenza comune – per motivi lavorativi o scolastici – di stare seduti per ore alla scrivania. Essa si verifica a seguito di compressione del nervo sciatico, ovvero quando questo viene schiacciato. Comunemente per via di un’ernia del disco nella colonna vertebrale o per via di una crescita eccessiva di osso (sperone osseo) sulle vertebre.
Oltre la sedentarietà, causa della lombosciatalgia può essere anche una disbiosi intestinale, una stipsi cronica o uno strappo muscolare a livello dei muscoli paravertebrali. Ancora, una contrattura muscolare ed altri problemi che interessano la colonna. Inoltre:
Più raramente, il nervo può essere compresso da un tumore o danneggiato da una malattia come il diabete.
La patologia è aggravata da alcuni fattori di rischio: obesità (l’eccessivo peso corporeo può contribuire ai cambiamenti spinali che innescano la sciatica); età (nello specifico, i cambiamenti che interessano la colonna vertebrale e che sono legati all’età del soggetto); tipo di lavoro (quelli che mettono a dura prova la schiena in quanto prevedono di trasportare pesi o la guida di un veicolo per diverse ore al giorno, possono incidere).
Anche lo stile di vita può costituire un fattore di rischio, specie quando si passa troppo tempo seduti o sdraiati e non si effettua alcun tipo di attività fisica. Il diabete, infine, può potenzialmente aumentare il rischio di danni ai nervi.
Costituisce una patologia molto diffusa: prima o poi molti vi si imbattono almeno una volta nella vita. Dove fa male la lombosciatalgia?
Il sintomo più comune è il dolore che si irradia dalla colonna vertebrale inferiore (lombare) ai glutei e lungo la parte posteriore della gamba. Questo non è il solo che chi viene colpito dalla lombosciatalgia sperimenta durante il decorso di questa. Si può infatti avvertire un disagio in qualsiasi punto del percorso nervoso, specie nella parte bassa della schiena verso il gluteo e nella parte posteriore della coscia e del polpaccio.
I sintomi classici sono:
Molti si chiedono quanto tempo dura una lombosciatalgia. Questa dipende da diversi fattori. In genere, la forma acuta dura meno di 6 settimane. Strascichi possono protrarsi fino a 12 settimane. Diverso è il caso della forma cronica: in questo caso può durare anche oltre 10 settimane.
Cosa fare per curare la lombosciatalgia? Fra i trattamenti più indicati c’è, innanzitutto il riposo, ma senza esagerare. Nella fase acuta di lombosciatalgia bisogna certamente stare a riposo evitando di fare sport o attività/movimenti troppo pesanti. Tuttavia, questo non vuol dire stare sdraiati a letto o seduti sul divano tutto il giorno: ciò comporterebbe un indebolimento della muscolatura e un irrigidimento delle articolazioni portando ad un peggioramento dei sintomi.
Segue la somministrazione di antidolorifici (farmaci sotto forma di creme, gel, compresse, iniezioni, e così via), e l’esecuzione di alcuni esercizi di ginnastica e di fisioterapia, utili per ridurre il disturbo e per abituare il corpo ad una corretta postura della colonna vertebrale e della zona lombare. La chirurgia rappresenta un rimedio estremo: si valuta nel momento in cui il disturbo non si risolve con i metodi più comuni. Sta al proprio medico o all’ortopedico/neurologo stabilire quale sia la terapia migliore per la lombosciatalgia, dopo aver fatto una serie di esami per stabilire la causa del problema (RX, TC, RM e elettromiografia).
In alcuni casi, specie quando il dolore è particolarmente intenso o si hanno forme gravi legate ad altre patologie sottostanti, il medico può prescrivere uno o più dei farmaci elencati di seguito, variamente combinati fra di loro:
Una possibilità per alleviare i sintomi è data dalle infiltrazioni alla schiena per lombosciatalgia. Dopo quanti giorni fanno effetto? In genere dopo 24 ore o un paio di giorni.
Cosa fare in caso di mal di schiena forte?
Esistono poi i cari vecchi rimedi casalinghi. In fase acuta è possibile applicare degli impacchi freddi per ridurre l’infiammazione. Qualcuno consiglia di alternare impacchi freddi e caldi (questi ultimi non sono consigliati quando l’infiammazione è ancora attiva). In quanto ai primi, c’è chi trae un certo sollievo posizionandoli sull’area dalla quale proviene il dolore per 20 minuti al giorno. Gli impacchi caldi sono invece consigliati una volta trascorsa la fase acuta, e quindi dopo 2-3 giorni. In questo caso si può optare anche per una borsa dell’acqua calda o per una lampada riscaldante.
Un altro rimedio naturale sono gli esercizi di stretching per la parte bassa della schiena (mantenendo l’allungamento per almeno 30 secondi). Come dormire se si soffre di lombosciatalgia? Sicuramente a pancia in su: la posizione supina, con un cuscino sotto la testa ed uno sotto le ginocchia, è l’ideale per far sì che il corpo assuma la naturale curva della colonna.
Una volta superata la fase acuta, è possibile effettuare delle sedute di fisioterapia optando per gli esercizi volti ad irrobustire la muscolatura della schiena, migliorare la postura e cercare di rendere il busto più flessibile.
E’ anche possibile chiedere al fisiatra quali esercizi di stretching fare di routine come mantenimento, per allungare la colonna vertebrale e cercare così di diminuire la compressione sul nervo sciatico.
La chirurgia spinale di solito non è raccomandata. Se ne valuta la possibilità solo ove sussistano le condizioni e quando non si siano raggiunti miglioramenti mettendo in prativa tutti gli altri possibili rimedi. L’intervento chirurgico dipende dalla causa della sciatica e viene presa in considerazione, in genere, entro un anno dalla comparsa dei sintomi. Il suo scopo è quello di rimuovere la pressione esercitata sui nervi interessanti e fare sì che la colonna vertebrale rimanga stabile. Gli interventi chirurgici utili in questo caso generalmente durano un paio di ore, o anche meno. Il tempo di recupero dipende dalla situazione del paziente, ma in genere può variare da qualche settimana a tre mesi.
A seconda della causa, non tutti i tipi di lombosciatalgia si possono prevenire. Tuttavia, alcune sane abitudini possono aiutarci a proteggere la schiena e ridurre il rischio di complicazioni. Ad esempio:
L’insieme di queste buone pratiche, oltre che a proteggere dal rischio di lombosciatalgia, sono ottime alleate per mantenersi in salute.