Longevità, scoperta la proteina che allunga la vita e migliora la salute
Un nuovo studio americano ha individuato la proteine che potrebbe migliorare e allungare le nostre vite.
Vivere a lungo è un po’ il sogno di tutti e forse ci sono speranze di realizzarlo, grazie a un nuovo studio dell’ University of Texas Southwestern Medical Center (Usa). È stato infatti scoperto un interruttore della longevità: si tratta di una proteina che ha la capacità di influenzare la durata della vita (allungandola) e non solo, anche la qualità della salute e contrastare l’infertilità.
La proteina in questione è stata chiamata Beclin-1 e non risulta completamente nuova agli scienziati visto che era già stata individuata nel corso di un precedente studio sull’Alzheimer. La sostanza esaminata dal gruppo guidato da Beth Levine è responsabile del processo di autofagia, quel meccanismo con cui le cellule riciclano i materiali di scarto e la cui scoperta nel 2016 è valsa il Premio Nobel per la Medicina al giapponese Yoshinori Ohsumi.
L’autofagia, che rimuove la ‘spazzatura cellulare’ e ne ricicla gli elementi costitutivi, favorisce la longevità negli organismi modello utilizzati dai ricercatori, ma il suo ruolo nei mammiferi non è ancora ben compreso. Che cosa hanno scoperto dunque i ricercatori americani? I topi – ovvero le cavie del loro studio – con una mutazione specifica nella proteina beclin1 avevano un’accresciuta autofagia nel cervello e nei muscoli e questa mutazione ha migliorato la funzione cognitiva nei modelli murini del morbo di Alzheimer.
In questo studio, gli stessi ricercatori riferiscono che i topi hanno non solo una durata di vita più lunga, ma anche una salute migliore, perché si riducono le malattie collegate all’invecchiamento e all’ossidazione cellulare come malattie cardiache e renali e lo sviluppo di tumori.