Ludopatia: se il gioco diventa patologia
Le notizie di cronaca ci hanno dimostrato quanto può essere pericoloso giocare (ricordate le vicende legate ai video-poker?), se diventa un’abitudine malsana. Ma non è fenomeno recente, per quanto il problema abbia ottenuto visibilità solo in anni recenti, mentre prima era considerato quasi sempre solo un “vizietto”.Ha invece tutti i crismi della patologia vera e […]
Le notizie di cronaca ci hanno dimostrato quanto può essere pericoloso giocare (ricordate le vicende legate ai video-poker?), se diventa un’abitudine malsana. Ma non è fenomeno recente, per quanto il problema abbia ottenuto visibilità solo in anni recenti, mentre prima era considerato quasi sempre solo un “vizietto”.
Ha invece tutti i crismi della patologia vera e propria, perché induce il giocatore incallito a perdere il controllo di sé e a cadere in una spirale senza fine di reiterazione, che lo spinge a continuare a giocare nel tentativo di recuperare quanto perduto o di vincere ancora di più: come si vede, che si vinca o perda, è indifferente.
I più colpiti sono gli uomini (il 70% del totale) e il fenomeno si sta acuendo da quando l’uso di Internet si è intensificato perché non è più necessario spostarsi da casa o dal lavoro per scommettere, anche se una certa parte di responsabilità può essere ascritta anche ai Bingo, ormai diffusi anche in Italia. Sono più le donne a servirsene, sfruttandola come occasione sociale contro la solitudine.
Via | ViviendoSanos.com
Foto | Flickr