L’uso precoce dei social network ha un impatto negativo sulle competenze linguistiche e matematiche degli adolescenti. Secondo uno studio condotto nel 2025, gli studenti che creano un profilo social durante il primo anno di scuola media ottengono risultati inferiori nelle prove standardizzate di italiano e matematica rispetto a quelli che aspettano di avere almeno 14 anni. Questa ricerca, denominata Eyes Up (EarlY Exposure to Screens and Unequal Performance), è stata realizzata dall’Università di Milano-Bicocca in collaborazione con l’Università di Brescia, l’associazione Sloworking e il Centro Studi Socialis, con il supporto finanziario della Fondazione Cariplo.
I risultati di questa indagine sono stati presentati durante un convegno tenutosi all’Università degli Studi di Milano-Bicocca. L’analisi ha coinvolto un campione di 6.609 studenti del secondo e terzo anno delle scuole superiori in Lombardia, coprendo le province di Milano, Monza e Brianza, Brescia, Cremona e Mantova. La ricerca ha combinato i dati raccolti tramite questionari con le informazioni ufficiali provenienti dai test Invalsi.
L’analisi ha mostrato che l’impatto negativo dell’uso dei social media è trasversale, ma risulta più accentuato tra gli studenti maschi. Un dato preoccupante riguarda la diffusione dell’uso degli smartphone: oltre il 50% dei ragazzi afferma di utilizzare il dispositivo subito dopo il risveglio, mentre il 22% lo consulta anche durante la notte, interrompendo il sonno. Inoltre, il 51% degli studenti ammette di utilizzare il telefono durante i pasti in famiglia, evidenziando una tendenza all’iperconnessione.
Marco Gui, professore di Sociologia dei processi culturali e comunicativi all’Università di Milano-Bicocca e coordinatore dello studio, ha sottolineato la necessità di promuovere un uso più consapevole delle tecnologie digitali, attraverso l’adozione di nuove norme sociali e strumenti educativi efficaci.
Un aspetto significativo emerso dalla ricerca riguarda il fenomeno della “disuguaglianza di iperconnessione“. Gli studenti provenienti da contesti socio-culturali meno favorevoli tendono a utilizzare in modo più intensivo e meno regolato gli strumenti digitali. I dati rivelano che gli studenti con genitori meno istruiti ricevono il primo smartphone prima rispetto ai loro coetanei con background più privilegiati. Giovanni Abbiati, professore di Sociologia dei processi economici e del lavoro all’Università degli Studi di Brescia, ha evidenziato che gli studenti che iniziano a utilizzare i social network in giovane età ottengono risultati scolastici inferiori a fine ciclo rispetto a quelli che aspettano i 14 anni. Questo fenomeno è particolarmente diffuso tra i figli di migranti e di famiglie con minori livelli di istruzione, suggerendo un meccanismo che amplifica le disuguaglianze educative.
Per quanto riguarda le attività digitali, la ricerca ha rivelato che il 94% degli studenti utilizza Internet per cercare informazioni di interesse personale, mentre l’83% legge notizie online. Praticamente tutti gli studenti ascoltano musica in streaming (99%) e guardano brevi video su piattaforme come TikTok, Instagram Reels e YouTube Shorts (98%). Le ragazze tendono a utilizzare i social network, come Instagram e TikTok, per condividere contenuti e interagire con i coetanei. Al contrario, i ragazzi impiegano maggiormente il loro smartphone per giocare ai videogiochi o per guardare contenuti di lunga durata in streaming.
La ricerca mette in luce l’importanza di affrontare le problematiche legate all’uso dei social network tra i giovani, al fine di garantire un’educazione di qualità e un uso responsabile delle tecnologie digitali.