Malattie cardiovascolari e cancro del colon, così la dieta vegetariana aumenta il rischio
A cercare di spiegarlo è un nuovo studio
La diffusione della dieta vegetariana potrebbe favorire la predisposizione all’infiammazione e, di conseguenza, a malattie cardiovascolari e cancro del colon. A suggerirlo è uno studio della Cornell University pubblicato su Molecular Biology and Evolution che ha rilevato una maggiore frequenza di una particolare mutazione in una popolazione tradizionalmente abituata a un’alimentazione vegetariana.
La mutazione in questione è localizzata in una porzione di DNA coinvolta nella regolazione della sintesi di grassi polinsaturi come l’acido arachidonico, molecola associata all’infiammazione, alle malattie cardiovascolari e al cancro del colon.
L’ipotesi degli esperti è che una dieta vegetariana, povera dei grassi polinsaturi del pesce, possa favorire la selezione della mutazione che permette di sintetizzarli a partire dai loro precursori vegetali. Il problema nascerebbe nel momento in cui pur essendo portatori di questa mutazione si seguisse un’alimentazione ricca di grassi polinsaturi; in questo caso, infatti, il rischio di malattie cardiovascolari e di cancro al colon sarebbe più elevato.
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La mutazione oggetto della scoperta è un’inserzione ed è presente nella popolazione vegetariana studiata con una frequenza del 70%, significativamente più elevata rispetto al 20% rilevato nella popolazione onnivora di confronto.
Secondo i ricercatori una delezione della stessa sequenza potrebbe invece essere stata selezionata positivamente (diventando così più frequente) in popolazioni che seguono una dieta ricca di pesce fonte di grassi polinsaturi.
Per questo gli esperti proseguiranno gli studi su altre popolazioni per indagare questa possibilità e capire se i geni coinvolti possono essere utilizzati come marcatori del rischio di sviluppare alcune patologie.
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Via | EurekAlert!